intervista
MasterChef 13, la vincitrice Eleonora Riso: "È stato il mio riscatto"
«È il riscatto verso me stessa, ho sofferto tanto, ho rischiato di buttarmi via, ma mi sono solo buttata...» Sono queste le prime parole pronunciate da Eleonora Riso, ventisettenne cameriera livornese, dopo la vittoria a MasterChef Italia 13, avvenuta nell’ultima puntata del talent culinario, giovedì 29 febbraio su Sky Uno. Eleonora è riuscita ad avere la meglio su Antonio Mazzola e Michela Morelli che erano arrivati con lei nella finalissima. Nella fase precedente, a quattro, i giudici di gara, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli e Bruno Barbieri avevano eliminato Sara Bellenzona.
A chi ha dedicato il suo trionfo?
«Ho dedicato la mia vittoria a tutti i disagiati come me. Io, però, non mi sono mai arresa ed ho continuato a lavorare ed apprendere dai tre giudici. Mi sono accorta che avrei potuto anche vincere dopo aver superato con successo la prova della Mystery box con lo chef Andreas Caminada. Prima non ci pensavo proprio, soprattutto dopo la sconfitta in esterno».
Un suo commento sui tre giudici di gara?
«Sono straordinari professionisti. Non pensavo di incontrare persone così rispettose della personalità dei concorrenti. Ho stretto, però, un rapporto particolare con Antonino Cannavacciuolo che, nel corso delle puntate mi ha aiutato: con i suoi sguardi era sempre in grado di darmi conforto. L’ho anche dimostrato con il grande ed affettuoso abbraccio che gli ho riservato subito dopo il verdetto».
Le piacerebbe lavorare con lui?
«Lo confesso, mi piacerebbe molto lavorare nel suo locale, ma per il momento non ho ricevuto nessuna offerta».
Avrà, però, dei progetti futuri...
«Per adesso cavalco l’onda del successo. Ma non nascondo di coltivare un sogno che desidererei diventasse una realtà. Ho già gettato le basi per realizzarlo. Ho deciso, infatti, di investire la cifra vinta in questa direzione. Sarà un buon punto di partenza. Mi piacerebbe andare a vivere in campagna, avere un luogo in cui cucinare, ricevere amici e intrattenerli ai fornelli».
Come definisce il suo percorso all’interno di MasterChef?
«Credo sia stato per me una sorta di montagna russa, con alti e bassi ed ogni fase non era mai eguale a quella precedente o a quella successiva. In qualsiasi situazione mi trovassi ho sempre avuto l’adrenalina a mille. Tutto è sembrato un delirio, ma sempre molto, molto piacevole».
C’è un consiglio che darebbe a se stessa se potesse ripetere l’esperienza?
«Direi alla me stessa delle prime audizioni, di crederci sempre, di non abbattersi mai e di continuare a migliorare puntata dopo puntata: questo, però, l’ho fatto tanto che alla fine sono riuscita a vincere».
Come è stato il suo rapporto con gli altri aspiranti MasterChef?
«Davvero ottimo. Sia nel backstage che dinanzi alle telecamere, abbiamo cercato di aiutarci l’uno l’altro. Siamo stati solidali sia nei momenti di successo che in quelli in cui eravamo demoralizzati».
Secondo lei la cucina è anche ispirazione?
«Certo. A me vengono molto spesso ispirazioni varie, mi nascono nella mente idee che all’apparenza sembrano disunite, ma poi le unisco e le concretizzo nei piatti realizzati».
È così che ha realizzato il menù finale?
«Esattamente, l’ho pensato e concretizzato nei piatti proprio con l’intenzione di emozionare, oltre che offrire una gustosa degustazione, dall’antipasto chiamato Nonno Umami al dolce che si chiama Mochi- gran fortuna».