Myrta Merlino e il matrimonio con Tardelli: “Non serve”. Il particolare sul primo bacio
Myrta Merlino si confessa a Gente. Nell’intervista con il settimanale la giornalista parte dalla nuova esperienza a Pomeriggio5, con il passaggio estivo da La7, dove conduceva L’Aria che Tira, a Canale5: “Ho fatto una rivoluzione, inaspettata e per questo ancora più emozionante. È come se fossi ripartita da zero, ma volevo mettermi alla prova e lasciare la riva, che è più sicura, per combattere con le onde del mare. Prima avevo più distacco con il lavoro, ora avverto vibrare sotto la pelle le cose di cui parlo. Mi emoziono, soffro, spero e gioisco con le persone che si affidano a me, ci sono dentro con testa e cuore”.
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Altro pilastro della vita della conduttrice napoletana è il compagno, Marco Tardelli, con cui convive da meno di un anno dopo sette anni e mezzo di fidanzamento: “Siamo entrati il 14 febbraio, giorno di San Valentino, abbiamo brindato tra gli scatoloni e da quel momento è iniziato un altro capitolo della nostra storia. Mi sembra la prima volta nella mia vita in cui direi convintamente, è per sempre. Oggi so che Marco è l’uomo con cui passerò il resto della mia vita”. “Con slancio e coraggio, dopo il primo bacio, in tre giorni, si è trasferito da Milano a Roma. ‘Io ho deciso, ora prendi tu le tue decisioni’, mi ha detto. Marco è così, sicuro, schietto”, il racconto sui primi momenti della storia.
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Poi la risposta alla fatidica domanda sul matrimonio, sì o no. “Non serve” dice nettamente Merlino, che usa parole al miele per l’ex calciatore e campione del mondo: “Marco è travolgente, impetuoso ed era partito in quarta. All’inizio pensavo fosse più logico procedere a piccoli passi. Lui mi ha insegnato a buttarmi nelle cose in cui credo, a rischiare. È passionale, dirompente, crede nell’amore totale e quando ti ama sei al centro della sua vita. È romantico, attento, profondamente rispettoso, nemmeno a 18 anni ho vissuto un amore così. Il nostro rapporto ha riempito di gioia e di luce le nostre esistenze. Marco è il primo uomo che non entra in competizione con me e che rispetta il mio lavoro tanto quanto il suo. E mi stimola sempre a fare, a rischiare… Vede questo orologio che porto al polso? Era di Marco, se lo comprò quando giocava nella Juve. Me lo ha regalato dopo pochi giorni che stavamo insieme ‘È come se fosse la mia fede’, mi disse. Da quel momento, non me lo sono più tolto”.