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Rtl, Carlo Verdone anticipa la terza stagione di "Vita da Carlo". Quando iniziano le riprese
«Abbiamo bisogno di più film italiani che vadano bene. Matteo Garrone ha fatto un bellissimo film, chi ama il cinema deve andare in sala a vederlo». Parola di Carlo Verdone, che è stato ospite di Rtl 102.5. "Vita da Carlo", seconda stagione su Paramount + sta avendo tantissimo successo e Verdone ha già preparato la terza stagione. “Voglio fare solo quello che mi va di fare” si era imposto Carlo Verdone sul finale della prima stagione e, negli ultimi mesi, ha tenuto fede al suo proposito, dedicando del tempo a se stesso e scrivendo un romanzo, “La Carezza della Memoria”, che è diventato un bestseller. Ospite di RTL 102.5, Carlo Verdone - che ne firma la regia insieme a Valerio Vestoso - racconta: «Alla fine della prima stagione, eravamo rimasti che ero sul terrazzo e facevo dei propositi: avere più spazio per me, prendere un po' di spazio nella mia vita privata e non dire sempre sì a tutti. Nella seconda stagione ci sto provando; ci saranno tanti colpi di scena», racconta Verdone a RTL 102.5.
Sulla scia di questo recente successo, Carlo decide che si dedicherà all’adattamento cinematografico di “Maria F.”, uno dei racconti autobiografici presenti nel libro. «Voglio fare un film d'autore, niente commedia, ma un film pieno di sentimenti e anche un po' introspettivo, una fotografia di una parte della mia anima. Allora scelgo un racconto tratto dal mio ultimo libro, che si chiama "Maria F.", la storia tra me e una prostituta, un amore platonico e impossibile ambientato a Roma negli anni '70. Maria F. era una prostituta conosciuta per via di un mio amico. Una ragazza molto semplice, molto acqua e sapone, con cui, parlando del più e del meno, mi ha raccontato un pochino della sua vita. Era molto diffidente e riservata. Ha capito che ero uno studente, un ragazzo che era lì per accompagnare un amico. Mi ha colpito molto, anche il fatto che avesse un difetto all'occhio. Non era romana, ma poi, morale della favola, l'ho cercata per parlarci. Non siamo diventati amici perché era diffidente», continua Verdone.
Carlo è determinato ma l’ultima parola però spetta al suo produttore, Ovidio Cantalupo, che, per dare il suo benestare, stabilisce una conditio sine qua non: ad interpretare il ruolo del protagonista, l’alter ego di Carlo, dovrà esserci il cantante Sangiovanni. «Porto questo racconto al produttore della serie (interpretato da Stefano Ambrogi, ndr), che mi dice che è una storia troppo poetica, non si vede niente, dobbiamo prendere un giovane che faccia Carlo Verdone. Allora chiama la figlia e le chiede chi funziona fra i giovani. Fra questi c'era Sangiovanni. Ma a me non sembrava che mi somigliasse e speravo che non accettasse. Invece ha accettato. Quindi me lo porto dietro con mille paure e vedo crollare il mio film d'autore. Scegliamo la protagonista di "Maria F.", Ludovica Martino, e c'è uno scontro fra loro perché lo scambia con Mahmood, Inoltre, mette in dubbio questa mia scelta e fa crollare l'autorevolezza del regista», aggiunge.
Da domani, venerdì 22 settembre, saranno disponibili altre tre puntante. «Ci saranno ancora tantissimi colpi di scena. Questa serie è più autobiografica rispetto alla prima; parlo di un mio racconto, è più vera. Continuano ad esserci delle cose della mia vita che sono vere, non è tutto romanzato. Il 6 novembre iniziamo a girare la terza stagione. Eravamo pronti; evidentemente abbiamo avuto dei numeri grossi. La vita da Carlo è tormentata, ma fa molto ridere; a volte fa ridere anche me perché non mi prendo molto sul serio». Un passaggio dal cinema al modo delle serie. Ospite di “W l’Italia”, Carlo Verdone, racconta il passaggio e la volontà di ritornare al cinema: «Il Covid ha dato una mazzata finale, ma c'era già una crisi delle sale. Alcune cose vanno bene, ma abbiamo bisogno di film italiani che vadano bene. Matteo Garrone ha fatto un bellissimo film, duro, ma un gran bel film. Chi ama il cinema deve andare in sala a vedere "Io Capitano". Voglio tornare al cinema; sono nato con il cinema e devo finire con il cinema», conclude Verdone.