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Al Bano alimenta la polemica: "Cantanti di computer". Con chi se la prende

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Francesco Fredella
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Parla Al Bano. E tutto fa notizia. Sempre. Ora, il Leone di Cellino parla di Samuele Bersani e Sfera Ebbasta. «Mi hanno girato un video dove a uno di questi semidei contemporanei della rima “cantata” si stacca l’autotune per qualche secondo sul palco, ed è stato come vedere Icaro colare a picco. Hai voglia a sbattere ali di cera», dice a Il Giornale. Sembra un attacco alle nuove leve, che spesso usano l’autotune. Di certo non ne ha bisogno. Al Bano Carrisi, che ad 80 anni fa vibrare anche i muri con i suoi acuti. «La “compu-music” è la fine della musica», continua su Il Giornale.

 

 

«Pensandoci bene, c’è sempre una polemica sul nuovo. È così da sempre e sarà così per sempre. È così dai tempi di Wagner e di Verdi o più recentemente dai tempi dei grandi cantanti come Claudio Villa, quando c’erano quelli che criticavano gli urlatori. E poi hanno criticato gli artisti venuti dopo e le nuove forme di musica. C’è sempre una critica, ma bisogna anche capire che la musica non è nient’altro che lo specchio del tempo che viviamo. E dobbiamo saperlo accettare in un modo o nell’altro», continua. E poi la stoccata finale. Forte, proprio come un acuto: «Io sono un cantante di voce. Loro sono cantanti di computer. C’è una grossa differenza, la dimensione è diversa», conclude. Cala il sipario.

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