cinema
Oscar 2023, Everything Everywhere All At Once trionfa con 7 statuette. Italia a bocca asciutta
Doveva essere l’anno di ‘Everything Everywhere All At Once’, il viaggio psichedelico strambo e delirante dei Daniels, ovvero i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert, arrivato alla notte degli Oscar forte di 11 candidature e infiniti consensi e premi vinti. E così è stato, forse anche oltre le aspettative. Il film sul multiverso ottiene un risultato clamoroso conquistando sette statuette, di cui cinque pesantissime: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Michelle Yeoh), miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Nella 95esima edizione svoltasi stavolta senza incidenti nella storica sede del Dolby Theatre di Los Angeles condotta da Jimmy Kimmel non sono mancate le sorprese. La prima riguarda l’Italia: ‘Le pupille’ di Alice Rohrwacher, candidata favorita per il miglior corto è stata battuta da ‘An Irish Goodbye’. Delusione per il nostro Paese anche per la sconfitta di Aldo Signoretti, candidato per trucco e acconciature di ‘Elvis’, a cui i membri dell’Academy hanno preferito il team di ‘The Whale’.
Passando alle altre importanti sorprese, si può considerare tale la vittoria dell’Oscar per il miglior attore protagonista di Brendan Fraser per ‘The Whale’, che ha prevalso sui favoriti, i vincitori del Golden Globe Colin Farrell (‘Gli spiriti dell’isola’) e Austin Butler (‘Elvis’). Queste statuette sono state di certo delle sorprese, ma niente in confronto alla vittoria del brano ‘Naatu Naatu’ del film ‘RRR’, prima canzone indiana a vincere l’Oscar battendo addirittura due superstar come Lady Gaga e Rihanna: è cantata in lingua telugu che significa ‘Nativo’ ed è stata composta da M. M. Keeravani, con testo di Chandrabose e, registrata da Rahul Sipligunj e Kaala Bhairava, per l’album della colonna sonora del film indiano del 2022.
Leggi anche: Michelle Impossible, lo show "bomba" su Trussardi: Hunziker lascia di stucco il pubblico
Per il resto, la serata ha visto l’ottimo risultato del film tedesco ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’ del regista Edward Berger, il primo film in lingua tedesca nella storia dell’Academy a essere candidato anche come miglior film tra i nove in nomination. La pellicola ha conquistato ben quattro Oscar, tra cui quello per la miglior pellicola internazionale non in lingua inglese. Il film dei Daniels con 11 candidature è diventato il primo vincitore dell’Oscar come miglior film a portare a casa un buon numero di premi dai tempi di ‘The Artist’, che nel 2012 ne vinse cinque (tra cui, appunto, miglior film). Nella notte di ‘Everything Everywhere All at Once’ restano a bocca asciutta ‘The Fabelmans’ di Steven Spielberg e ‘Gli spiriti dell’isola’ di Martin McDonagh, mentre ‘Top Gun: Maverick’ e ‘Avatar: la via dell’acqua’ si accontentano di un Oscar tecnico rispettivamente per il miglior sonoro e per gli effetti speciali. In una serata senza grandi emozioni extra-cinematografiche, in cui in tanti hanno dedicato gli Oscar alle mamme (dai registi Daniels alla miglior attrice Michelle Yeoh) unico momento di rilevanza ‘politica’ è stato quello seguito alla vittoria dell’Oscar per il miglior documentario di ‘Navalny’ di Daniel Roher che ha ritirato il premio insieme alla moglie del dissidente russo imprigionato a Mosca. Uno schiaffo a Putin da parte di Hollywood arrivato in maniera indiretta nella serata più importante del cinema Usa nella quale l’Academy non aveva ritenuto opportuno trasmettere un videomessaggio del presidente ucraino Zelensky.