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Cesare Cremonini "incendia" l'Olimpico di Roma, il tributo a Lucio Dalla è da pelle d'oca

Valentina Bertoli
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“Stasera la logica non è sincera” così canta Cesare Cremonini allo Stadio Olimpico di Roma, pieno fino al limite concesso. In effetti, non lo è stata. Più di 56.000 persone hanno sfidato il caldo torrido romano per assistere al grande show della capitale. Il risultato? Un’alchimia di corpi e voci da pelle d’oca. Creativo, ambizioso, elegante, il cantautore bolognese concede una performance di due ore e mezza, selezionando i brani più significativi della sua discografia, e l’esito è quello di un fuoriclasse, di una popstar che ce l’ha fatta.

Che Cesare Cremonini fosse un animale da palcoscenico, si sapeva da tempo, dagli esordi giovanili con la band dei Lunapop. Tuttavia, se la fame di mercato ha plasmato anche gli artisti più incorruttibili, Cremonini è un artigiano riconoscibile che, dopo aver trovato la formula vincente ed aver raggiunto una rotonda maturazione artistica, rimane fedele ad un’idea di musica che funziona e che emoziona.

Ospite a Roma per la penultima data del tour ‘Cremonini Stadi 2022’, previsto per il 2020 e rimandato a causa della pandemia da covid-19, il cantante bolognese sfoggia un sorriso largo e un accattivante fare da latin lover e regala tanti piccoli momenti indimenticabili. D'altronde lo aveva anticipato lui stesso sul suo profilo Instagram: “La mia storia con Roma parte da lontano. Oggi arriva dritta al cuore. Sarà più di un concerto. Nei giorni scorsi è stata allargata al massimo la capienza per la richiesta di biglietti. Mi sono svegliato con le farfalle allo stomaco. Roma è una faccenda tutta sua, tutta mia”. Il palcoscenico, animato da giochi di luci, colori e fiamme di fuoco, ha incorniciato un susseguirsi coinvolgente di brani, dai grandi classici a quelli di nuovo conio (Da Marmellata 25 a Poetica, da Qualcosa di grande a Nessuno vuole essere Robin).

Ad aprire il concerto è stata la traccia ‘La ragazza del futuro’, una visione multiforme che fonde significato e musica: “Eravamo nel pieno delle restrizioni più dure ed io stavo scrivendo il nuovo album. Pensavo agli amici che sono diventati papà e vedevo i loro figli e le loro figlie, sempre più sveglie, correre per casa in pigiama e isolati. Cosa ci può essere di più amorevole per un padre del pregare una figlia: ‘Balla, figlia del sole. Canta, non ti fermare!’”, ha dichiarato il cantante. Attesissimo e disarmante è stato il duetto virtuale con Lucio Dalla, “quel padre di cui non si può essere eredi, ma del quale si può certamente portare avanti un’eredità”. ‘Stella di amare’, una dedica d’amore e di sguardi che sprigiona tutta la potenza di una chitarra e di una voce (in questo caso due voci), ha commosso il pubblico che, onorato dall’omaggio ad un grande della musica italiana, si è liberato in un fragoroso applauso. Insomma, eclettico e charmant, Cesare Cremonini ha scritto una pagina della storia musicale romana. “Non vi dimenticherò mai” ha ammesso l’artista in chiusura. Sì, dev’essere così…che tutto quel che accade ha un senso.

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