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Sono solo canzonette, Sanremo bara sullo scandalo

Franco Bechis
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Achille Lauro che gioca con l'acqua santa. E il suo contrario, Checco Zalone che cerca la battuta facile e la risata grossa sui trans. In mezzo un po' di predica sul razzismo, qualche gag più o meno comica che dovrebbe fare gridare di stupore, qualche lezioncina morale per compensare, personaggi portati sul palco con scelta banale eppure speranzosa di provocare almeno un pizzico di scandalo. Ieri alla terza puntata gli ingredienti inseriti per farlo dovevano essere Drusilla Foer e Roberto Saviano che aveva il doppio compito di bersaglio della polemica di turno e di simbolo del politically correct per suscitare l'onda opposta. Il dosaggio non sempre funziona a dovere, e la serata invece più che bombarola è risultata moscetta: non caffeina bollente, al più tiepida camomilla. Sanremo è sempre Sanremo, e da qualche anno il pezzo forte sono tornate ad essere le canzonette. Funzionano, piacciono, si fischiano e canticchiano. Scalano pure le classifiche e nel 2021 sono riuscite nel miracolo di sfondare all'estero, grazie al fenomeno Maneskin. Amadeus è un buon direttore artistico, e se pure è difficile ripetere il miracolo, le scelte musicali di quest'anno non deludono affatto, e potete stare certi che ci accompagneranno sulle radio come nei social audio.

 

 

Non ci sarebbe bisogno dello scandaletto di turno, che tamponava un cattivo andamento degli ascolti e il disinteresse per i cantanti nelle edizioni peggiori. Eppure la tentazione resta per avere qualche titolo e furibonde discussioni sul web in grado di portare qualcuno in più la sera davanti al teleschermo e attendere un nuovo petardo. Il fatto è che qualcuno continua ancora a cascarci, a infiammarsi per il focherello di artificio che puntava proprio a lui che stolto - finisce nella trappola. Ogni giorno sulle agenzie c'è il politico di turno che si indigna per un siparietto sanremese della serata precedente, e potete essere certi che c'è pure quello pronto alla contropolemica. I poveretti non hanno grande occupazione in effetti durante la giornata: manco quel compito che capita fra capo e collo solo ogni sette anni eleggere un nuovo presidente della Repubblica- sono riusciti a svolgere quest'anno con un minimo di impegno e fantasia, tanto da avere provocato il contro-trasloco del povero Sergio Mattarella.

 

 

Sanremo non scandalizza gli italiani, qualsiasi cosa accada. Li fa respirare, talvolta divertire, e canticchiare almeno quella volta all'anno. Non c'è evento che riesca a tenere insieme gran parte del paese come questo, manco i mondiali di calcio che per altro capitano ogni quattro anni e per noi italiani anche più raramente (agli ultimi infatti non ci siamo qualificati, per i prossimi dobbiamo ancora sospirare). In tempi come quelli che abbiamo vissuto, meno male che esiste una settimana così, con la sua insalata di rinforzo riempita di ogni cosa, sempre leggera e digeribile per gli stomaci italiani anche quando c'è chi prova scioccamente ad appesantirla. Ma sì, lasciamo ai professionisti le polemiche di aria fritta, e godiamoci qualche sera di leggerezza che in tempi come questi è la boccata d'aria che ci voleva.

 

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