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Sanremo, Ornella Muti e la figlia Naike nel mirino: "Fanno lo spot della cannabis"

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La cannabis accende la prima polemica del Festival di Sanremo al via martedì 1 febbraio. Tutto parte quando Ornella Muti, prima delle cinque co-conduttrici che divideranno il palco dell'Ariston con Amadeeus, posta su Instragram una sua foto insieme alla figlia Naike Rivelli. Entrambe indossano collane con ciondoli a forma di foglia di marijuana (la dissacrante Naike indossa pure gli orecchini a tema ganja). 

 

Apriti cielo. I deputati di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali, aprono le danze: "Riconosciamo in Ornella Muti una grande icona del cinema italiano, ma riteniamo improprio il sostegno alla liberalizzazione della cannabis espresso in un post da parte della co-conduttrice di Sanremo. Non vorremmo che Sanremo possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum. Tanto più di fronte ai recenti fatti di cronaca che vedono coinvolta la sorella di Ornella Muti, Claudia, in una maxiretata per smercio di sostanze stupefacenti. La riteniamo un’esternazione impropria. L’uso della cannabis in Italia è illegale, se non per uso terapeutico".

 

Per Ornella e Naike, impressionante la somiglianza tra madre e figlia, la cannabis legale è una battaglia e hanno annunciato la nascita di una associazione per la promozione della cannabis terapeutica. 

All'attacco anche Carlo Giovanardi, ex senatore del centrodestra ed ex sottosegretario con delega alla guida del Dipartimento antidroga alla Presidenza del Consiglio. "È una cosa tristissima, vedere che si dà spazio a chi promuove questa cultura della morte invece che a chi la combatte, a tutti quelli che sono in prima linea per questa battaglia". "Ogni ostentazione e promozione della cultura della droga è molto triste, c’è chi ci guadagna e si arricchisce e chi ci rimette la vita", sottolinea Giovanardi, "mi dispiace che siano offerte tribune a chi alimenta e diffonde questa cultura dello sballo e del drogarsi". 

 

La Muti era finita sotto i riflettori extra-Sanremo anche dopo che il Teatro di Pordenone, attraverso il proprio legale, Antonio Malattia, aveva auspicato che il cachet per la partecipazione al Festival venisse utilizzato come risarcimento. Il caso è quello della "buca" dalla al teatro dall'attrice nel 2010, adducendo motivi di salute, quando invece era stata invitata a una cena di gala con il capo di stato russo Vladimir Putin, come stabilito in tribunale. 

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