ossessione

La dipendenza dai video hard di Billie Eilish rivela un'allarme generazionale

Arnaldo Magro

«Credo che il porno sia una sciagura. Ho iniziato quando avevo 11 anni». Lo dice Billie Eilish. E siccome ci sembra di sentire nelle orecchie il vostro «Chi?» sdegnato, vi veniamo in soccorso. Billie Eilish, 20 anni il 18 dicembre, americana a stelle e strisce, cantante da oltre 50 milioni di dollari di guadagno. Quindi la Eilish, racconta urbi et orbi la sua sessualità precoce e ne incolpa il porno. Come se un mancato vegano lamentasse la sua debolezza per insaccati et similia dandone la colpa a polli, mucche, maiali e bestiame vario. Ma tant' è. Al di là di questo c'è un aspetto della vicenda che merita attenzione. E cioè la disponibilità immediata del porno a tutte le ore del giorno e della notte su una vastità di piattaforme. È la convinzione di godere di tutte le libertà possibili e immaginabili quando in realtà si è dipendenti: un po' come in quel capolavoro di distopia che è «Il mondo nuovo» di Aldous Huxley. Il sesso e uno dei suoi canali conoscitivi, il porno, sono diventati un'ossessione: un enorme, dorato buco della serratura che ha tolto ogni alone di mistero, di fantasia, di curiosità e anche di timori. Cioè tutto quello che ha reso il porno un mondo, non solo cinematografico.

 

  

 

LA DEMOCRAZIA DEI CLIC - Poi è arrivata la libertà, è sopraggiunto il progresso, si è instaurata la democrazia della Silicon Valley. Tutto è cambiato. La politica ad esempio è cambiata, così come il sesso. Tutto è diventato a portata di mano, a portata di clic. Ciò che prima si poteva solo immaginare può diventare realtà fattuale. Alle parlamentarie del 2013, a Danilo Toninelli ad esempio, bastarono 144 voti strappati sul web, per ottenere il lasciapassare per una importante carriera in politica. Per dirla alla Ennio Flaiano: «La situazione è grave, ma non seria».