intervista

"Una risata per tornare a vivere", la ricetta di Maurizio Battista

Fabrizio Finamore

Un atteso ritorno a teatro per le feste con un nuovo show per commentare, con l’ironia tipica che lo contraddistingue, i tempi difficili e conflittuali che stiamo vivendo. Si intitola «Tutti Contro Tutti» il nuovo spettacolo di Maurizio Battista (nella foto) in scena al Teatro Olimpico dal 14 dicembre al 23 gennaio. «Il titolo, tutti contro tutti, parla da solo, - ci ha spiegato l’attore romano- ormai per qualsiasi cosa viviamo un conflitto quotidiano, da quando ti alzi la mattina con tua moglie a quando sei per strada. Sul palco racconteremo quest’aria di perenne rissa che oggi c’è anche in televisione dove trovi sempre qualcuno contro qualcun altro. Ma un po’ ovunque la gente è diventata rissosa, troppe fazioni contrapposte e così l’atmosfera che ne nasce non è certo delle migliori. Tutto questo cercheremo di portarlo sul palco raccontandolo in chiave ironica ovviamente».
Insomma secondo lei questa pandemia non ci ha migliorati?
«Affatto, questa pandemia ci ha peggiorato creando continue fazioni contrapposte».
Per questo nuovo show sarà solo sul palco?
«Sì ma nel corso dello spettacolo ci sarà anche un intervento di Dado che proporrà una sua performance sempre sul tema. Tutte le esibizioni sul palco poi, saranno accompagnate da ologrammi e da una bellissima scenografia che comincia fuori dal teatro, insomma avremo tanta carne al fuoco per uno spettacolo che sarà in scena un mese e mezzo di fila».
Che tematiche toccherà in particolare questa volta?
«Parleremo un po’ d tutto, di palinsesti televisivi con metà dei programmi che parlano solo di cose brutte, del calcio in TV di oggi che bloccandosi in continuazione alla fine risulta più lento del VAR, del nuovo ruolo del wedding planner … ma io mi chiedo: per una giornata così terribile te serve pure uno che te l’organizza? E poi ci sarà qualche accenno alla mia storia artistica di quando agli inizi calcavo i piccoli palchi in periferia, più che tutti contro tutti all’epoca era tutti contro di me visto che molti neanche mi ascoltavano».
Solitamente nei suoi spettacoli non manca anche qualche riflessione sui romani e sulla sua città.
«In tema di contrapposizioni parleremo di Roma nord e Roma sud e poi più che di immunità parleremo di “inbuchità di gregge”: quando tutta Roma è piena di buche è come se non ci fossero più buche! Farò un accenno anche al bioparco dove ormai non va più nessuno, tanto gli animali sono tutti per strada».
Come nascono gli spunti dei suoi nuovi monologhi, è vero che spesso le idee arrivano dal suo pubblico?
«Sì, sono tante le persone che mi mandano spunti, per me non è pubblico, li considero amici che mi danno una mano, mi mandano spunti continuamente, mi scrivono: “Mauri’ ho visto questa cosa e ti ho pensato” e io utilizzo quasi sempre i loro suggerimenti, anche perché la gente spesso ha veramente delle grandi intuizioni. Per il resto molte volte le idee nascono in maniera del tutto naturale, dalle situazioni vissute, dalle esperienze maturate in tanti anni. Come in questo spettacolo, in cui toccheremo tanti argomenti, dal Covid ai trent’anni di carriera».
Da recordman di sold out nelle passate stagioni, come vede questa riapertura di questi ultimi mesi? Secondo lei c’è ancora una flessione di affluenza di persone a teatro?
«Un po’ di flessione ancora c’è, soprattutto, rispetto ad un tempo, molti non comprano i baglietti un mese prima ma magari aspettano poco prima della data dello spettacolo perché non si sa mai che succede, molti sono rimasti scottati da quanto è successo lo scorso anno. Ma va detto che in teatro adottiamo tutti gli accorgimenti, si può stare tranquilli, altrimenti non dovremmo proprio uscire di casa, io sono convinto che se tutti facessero il proprio dovere in termini di attenzione, staremmo sicuramente meglio. Ci tengo a dire poi, che abbiamo pensato anche ad un’iniziativa concreta per avvicinare i giovani a teatro: per quattro giorni a settimana i giovani sotto i 18 anni pagheranno 3 euro, così se due fidanzatini vorranno venire, pagheranno solo sei euro in due. È’ un modo per incentivare i giovani al teatro in genere, adesso vengono a vedere a Battista, magari più in là vedranno anche altro…».
Ultimamente, in occasione della fine del suo matrimonio, ha voluto dedicare un post a sua figlia di cui si è parlato molto.
«È così, c’è stato questo distacco, purtroppo di questi momenti non mi meraviglio, ormai sono un veterano… ma sono cose che capitano, tengo a dire però che ho fatto un post dedicato a mia figlia e non alla fine della storia».
Alla fine cosa si augura oggi Maurizio? 
«Mi auguro che facendo i bravi si riparta tutti come si deve e che si torni a teatro a sorridere dei nostri vizi e delle nostre virtù perché ce n’è davvero bisogno».