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Trafficante di virus, il libro di Ilaria Capua diventa un film

Giulia Bianconi
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Ilaria Capua è oggi una tra i virologi più famosi al mondo. La sua è una storia di tenacia, di passione per la ricerca, di coraggio. E a raccontarla in un film sono state la regista Costanza Quatriglio e l’attrice Anna Foglietta. “Trafficante di virus”, presentato in anteprima al Torino Film Festival, è liberamente ispirato al romanzo autobiografico della scienziata, e ne ripercorre, seppur con nomi diversi (Ilaria Capua nella pellicola si chiama Irene Colli) la sua vita e carriera, fino a quando fu accusata, anche mediaticamente, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, abuso d'ufficio, traffico illecito di virus ed epidemia.

«Nella mia vita non mi sarei mai immaginata di essere a un festival di cinema - ha detto Capua in collegamento dalla Florida, durante la presentazione alla stampa del film - L'arte fa da anello di congiunzione tra la realtà e la comprensione di determinate vicende che devono essere raccontate. Questa è una storia molto femmina, che mostra le contraddizioni che ci sono tra una donna che si impegna tutti i giorni per ottenere dei risultati e tenere sotto controllo alcune malattie, che deve gestire superiori e collaboratori e che deve occuparsi, da madre, di una bambina piccola». Per la virologa i messaggi di “Trafficante di virus” sono molti: «Nella vita succedono cose brutte, ma i momenti difficili possono essere trasformati in qualcosa di utile. Io ho subito un processo sui giornali. Però bisognerebbe pensare prima di sbattere il mostro in prima pagina e distruggere vita, rispettabilità e reputazione delle persone». Il film mostra, però, anche «la bellezza della ricerca, la magia e la passione di un gruppo che lavora affiatato per una scoperta scientifica», e che «la leadership femminile può esistere».

«Ho letto il libro tutto d’un fiato, durante il lockdown, e ho attinto al mio spirito battagliero per far emergere la voce di questa donna che rivendica il suo bisogno di libertà e auto affermazione, emancipazione e determinazione - ha detto Foglietta - Siamo nel 2021 e noi donne dobbiamo continuare a dire chi siamo per andare avanti, dobbiamo lottare contro giudizi e pregiudizi che riguardano l’aspetto estetico. Qualcosa di svilente che capita anche a me sui social, quando posto qualcosa a cui in tanti rispondono facendomi i complimenti su quanto sono bella». L’attrice, che ha incontrato la scienziata solo a riprese iniziate per non farsi condizionare «dalla sua mente brillante», ha aggiunto: «Ilaria Capua non ha rinunciato alla sua componente femminile, materna e accudente». E ha, infine, lanciato un appello alle nuove generazioni: «Cercate di trovare dentro di voi la forza di combattere il sistema».

Leggendo il romanzo, Quatriglio, tra i più validi e attenti documentaristi italiani, è rimasta «affascinata dall’idea di mettere insieme diversi livelli narrativi. Ci sono una donna intelligente e volitiva che si muove nell’ambito della scienza. Ma questo è anche un film sull’Italia e di come il nostro Paese si trovi nell’impasse talvolta, in questo caso giudiziaria». Come aveva fatto nel suo precedente «Con il fiato sospeso» del 2013, la regista palermitana in quest’ultimo film, scritto con Francesca Archibugi, è tornata a filmare «la gioia che provano i ricercatori nei laboratori cercando di trasmetterla emozionalmente al pubblico». Al cinema solo tre giorni, domani, martedì e mercoledì con Medusa (che lo ha prodotto con Picomedia), in collaborazione con Trentino Film Commission, "Trafficante di virus" sarà disponibile dal 13 dicembre su Prime Video.

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