Barone, Ginoble e Boschetto, Il Volo canta Morricone
«L'obiettivo di tutti questi anni di musica per noi, è sempre stato quello di promuovere al massimo le bellezze italiane e Morricone è da questo punto di vista il massimo. Ma interpretarlo è anche una sfida, una responsabilità, oltre che un grandissimo onore. Studiarlo non è stato semplice, ma la ricchezza del suo repertorio ci ha offerto infinite possibilità». Parola di Pietro Barone che con Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble ha presentato il nuovo album «Il Volo sings Morricone», in uscita mondiale questo venerdi. Quattrodici canzoni, brani che ripercorrono le melodie leggendarie del Maestro, impresse nella memoria di tutti e l’inedito «I colori dell’amore», scritto dal figlio, Andrea Morricone, un brano che parla della solitudine ai tempi del Covid. Altra chicca del disco il brano del Maestro, tratto dalla colonna sonora del film «Il buono, il brutto, il cattivo», «The Ecstasy of Gold», per la prima volta accompagnato da un testo, scritto sempre da Andrea Morricone. Un lavoro per far uscire dal repertorio abituale del trio.
«Vocalmente – continua Gianluca Ginoble - la musica di Morricone si avvicina alle nostre corde, ma per l'interpretazione ci vuole un pathos, un'emozione diversa. Anzi, alle volte l'emozione è più importante della voce stessa. Noi abbiamo cercato un equilibrio tra le due cose, in un lavoro fatto in inglese perché suona più moderno: in italiano forse sarebbe stata un po' scontata, in inglese ha un tocco di modernità in più».
Il Volo ha conosciuto il Maestro Morricone nel concerto di Piazza del Popolo a Roma dieci anni fa e mentre incidevano il loro disco. «Registravamo il nostro disco in piazza Euclide, lui girava per i corridoi e gli facemmo ascolta "C’era una volta in America" e poi "Malena". Quando abbiamo condiviso il palco in piazza del Popolo avevamo 15, 16 anni eravamo ingenui. Durante le prove con la sua "Sinfonietta", aspettavamo il via per partire e davanti al nostro silenzio il primo violino sbianca, al che il maestro dice: non ti preoccupare te lo do io l’attacco. Si è sempre comportato con noi come uno di famiglia. Ci ha insegnato costanza, perseveranza e professionalità e lo stiamo scoprendo ancora adesso, la ricerca delle sue melodie è stata impegnativa, anche per la scelta. Cantarlo è per noi riportare tutti al passato e ci saranno immagini dei film ad accompagnarci. L’obiettivo è anche presentarlo ai più giovani, a chi non lo conosce».
Pietro Barone, poi, racconta l'emozione che da sempre prova ascoltando la colonna sonora, scritta dal maestro del film «Nuovo Cinema Paradiso»: «È sempre stato un film a cui sono molto legato - spiega - e ogni volta che canto “Se”, come in questo disco, ci penso. Sono siciliano e mi viene in mente la scena finale del film in cui Philippe Noiret dice a Totò che parte: “Non farti prendere dalla nostalgia”. Ecco, io quando parto e sono in aereo, penso sempre a quella frase». In occasione del lancio del disco è stato anche proiettato il corto di Vittorio Storaro, alla presenza dello stesso direttore della fotografia tre volte premio Oscar, in cui il trio interpreta "Your Love" all'interno delle grotte di Frasassi. «C'era una volta in America è uno dei dischi che ho amato di più nella mia vita. E devo dire che ascoltare quella musica interpretata da loro è stato emozionante», ha raccontato Storaro, che poi si è rivolto al trio con un suggerimento. «Sto lavorando al restauro di Novecento a Cinecittà. Mettete su le parole. L'arte è sempre in progress, auguri per questo progress».