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Cartabianca, Paolo Bonolis e le amministrative a Roma: "Non ho votato, non conoscevo i candidati Gualtieri e Michetti"

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Paolo Bonolis legge la politica con gli stessi occhi disincantati e pieni di cinico realismo con cui legge la società: “Non sono andato a votare. Il Paese è tanto di Giorgia Meloni quanto del Pd. Mi chiedo perché pago Ama”. Ospite di Bianca Berlinguer a “Cartabianca”, martedì 19 ottobre, il presentatore ha rivelato: “Per chi ho votato tra Gualtieri e Roma? Io non sono andato a votare perché non li conosco, non so chi siano, non capisco i programmi. In precedenza ho votato sempre Walter Veltroni. Il centrosinistra ha vinto perché il centrodestra ha sbagliato qualcosa: i candidati, le urla eccessive verso qualcuno. Comunque c’è da dire che abbiamo fatto un passo aventi rispetto alla signora… i problemi di Roma erano troppo grandi per la signora Raggi. Gualtieri non lo conosco, se farà bene, lo voterò al secondo mandato. Non riesco più a distinguere questa melassa, questi ruoli in commedia, non distinguo l’olio dalla crusca e resto confuso non essendo un tecnico”.

Ricorre anche a una metafora a luci rosse: “Vedo una grande orgia indistinguibile, anche se lì è meglio distinguere… non percepisco dov’è la verità. Parlare alla pancia e non alla testa ha trasformato tutto in una grande rissa, in una normale democrazia dovrebbe esserci collaborazione tra chi vince e chi perde nel rispetto del principio dell'alternanza, non lo vedo. Il cittadino è diventato il fine e non il mezzo e questo non mi piace”.

 

Sui cinghiali pascolanti per le strade della Capitale, Paolo Bonolis usa l’arma del sarcasmo: “I cinghiali non li ho incontrati, non mi è capitato, ma se ci vogliono stare, teniamoli… che problema c’è! Ho incontrato i gabbiani, quelli sono quasi nostri concittadini. Ma non ho riserve sui cinghiali…. Sai il problema è che i cinghiali mangiano quello che mangiamo noi e non si capisce perché la spazzatura sta ancora lì. Anche mia madre dice: perché pago l’Ama? E’ come quando vai al ristorante e ti portano il conto, paghi volentieri, ma poi chiedi: quando si mangia?”.

Berlinguer prova a farlo sbilanciare e chiede al conduttore di “Ciao Darwin” cosa farà alle elezioni politiche, ma la risposta è di un equilibrio inattaccabile: “Laddove comprendessi differenze e programma andrei a votare, io credo che se uno vince l’altro dovrebbe collaborare, invece si tende a mettere in difficoltà operato di chi ha vinto e questo ci mette in uno stallo perenne. L’opposizione non fa che cavalcare la rinuncia, si rimane in una situazione stagnante dove uno è l’alibi dell’altro e di questo non mi fido più. Si tende solo a mettere in difficoltà l’altro. Mi piacerebbe ci fosse collaborazione, il Paese appartiene tanto alla Meloni quanto al PD”.  

Bonolis è vaccinato e ha il green pass perché “ho scelto di fidarmi delle Istituzioni”, ma è per la libertà di manifestare sebbene non comprenda la profonda rabbia delle persone in piazza. Definisce l’assalto alla CGIL “roba da matti” e lancia una frecciatina a chi si informa su Wikipedia e Facebook: “A volte temo ci sia un eccesso di informazione su piattaforme che porta a un’arroganza di conoscenza, atteggiamenti scomposti figli di un nutrimento di informazione bislacco”.

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