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La donna cannone mi ha salvato la vita, lo sfogo di De Gregori è clamoroso

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«La donna cannone? È la canzone che mi ha salvato un po' la vita e me la salva tutt’ora, perché se mi chiamano a fare le serate è anche perché l’ho scritta». A dirlo è stato Francesco De Gregori, autore di quel pezzo che di diritto è entrato a far parte della lista delle canzoni più belle della storia della musica italiana, intervenuto in occasione dell’Oro Festival andato in scena Caprarola (Viterbo). Il cantautore romano nello storico Palazzo Farnese ha presentato il libro "Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni", curato da Enrico Deregibus ed edito da Giunti Editore.

De Gregori, nell’ora trascorsa assieme all’autore del volume, ha parlato con il cuore in mano e con la chiarezza che lo contraddistingue, senza il timore di lasciarsi andare a qualche confessione: «La canzone che mi imbarazza, a volte, ancora adesso è "La storia" - ha detto ancora - è una canzone che si presta a essere fruita in modo molto retorico, e questo tipo di imbarazzo lo trovo anche in altri pezzi, anche sentimentali, che non mi riguardano più in qualche modo. Ma credo che sia inevitabile in oltre 40 anni di scrittura, per cui mi perdono volentieri». «Inevitabilmente - ha proseguito - il proprio lavoro dopo un po' di anni lo si guarda con occhio critico. Certe ingenuità nella scrittura le ritengo anche imperdonabili, oggi come oggi. Conosco i miei punti deboli che ci sono sempre stati».

 

 

 

 

L’autore di pezzi come "Rimmel" e "Atlantide", durante la presentazione,ha raccontato un aneddoto su uno dei suoi album più noti: «Quando i miei discografici sentirono il disco, mi chiesero come volessi chiamarlo. Risposi: come quel transatlantico che è naufragato, Titanic. Uno di loro fece subito uno scongiuro, pensavano che il nome portasse sfortuna». De Gregori, parlando del suo mestiere, ha tenuto a precisare che a suo avviso «non esiste arte alta o bassa, ma esiste l’arte ispirata». E proprio prendendo spunto da quest’ultima frase ha spiegato il motivo per cui non ha ancora inciso nuovi inediti: «Sono 8 anni che non faccio uscire un disco perché non ho un briciolo d’ispirazione e credo che la cosa migliore che possa fare un artista quando non ha ispirazione è farlo dentro la sua testa, restare in silenzio».

 

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