Giorgia Soleri, il botta e risposta con Laura Tecce. "Per essere famose basta dirsi bisex" ma l'influencer non ci sta
Le esternazioni di Giorgia Soleri, modella e influencer, hanno per forza di cose un eco maggiore dopo la rivelazione, da parte del diretto interessato, del rapporto sentimentale con Damiano David dei Maneskin. E così alcune dichiarazioni sul suo orientamento sessuale fatte durante incontri social con i fan sono diventate oggetto di dibattito sui social. La giornalista Laura Tecce con un post su Facebook ha suscitato la replica della Soleri e ne è nati un lungo botta e risposta.
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"Oggigiorno da sconosciuta totale ad avere una visibilità mediatica pazzesca il passo è breve: basta dichiarare che si è tutto - poliamorosi, fluidi, metrosexual, asessuati, bisex, trisex, quatersex e via dicendo... Insomma tutto tranne che etero - e il gioco è fatto. P.s. essere identificata come 'la fidanzata di" è quanto di più umiliante sia possibile", scrive la giornalista.
Tra i tanti commenti spunta quello della modella e influencer.
"Buonasera Laura, non la conosco ma mi è stato linkato questo post da diverse persone, e visto l’intento vagamente denigratorio mi vedo costretta a rispondere - a lei e ai commenti che ha scatenato. non ho fatto coming out quando sono usciti questi articoli, l’ho fatto a 16 anni, con la mia famiglia, la prima volta che mi sono innamorata di una donna. sono fortunata perchè sono cresciuta in un ambiente molto aperto, infatti ne ho sempre parlato molto liberamente perché è una cosa che fa parte di me, in modo naturale e libero (come dovrebbe essere, se uno si sente di parlarne)".
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"Durante un box domande sul mio profilo Instagram ho ricevuto tante, tantissime domande sulla mia presunta omosessualità - immagino che sia una voce messa in giro per screditare la mia relazione. quindi, con la naturalezza e libertà che ho sempre avuto parlando di questi argomenti, ho risposto che no, non sono omosessuale ma bisessuale (e questo era scritto nell’articolo, bastava leggerlo). a tutti quelli che si chiedono: ma chi te l’ha chiesto? ora lo sapete. di certo non è qualcosa che ho tirato fuori dal cilindro magico per visibilità, come qualcuno mi ha accusata di fare. (che poi, non pensavo che queste cose dessero ancora visibilità, e dire che siamo nel 2021)".
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"Invece di vulvodinia (perchè questo è il nome della malattia che mi ha colpita e che si stima colpisca 1 donna su 7) ho iniziato a parlarne il 2 Settembre 2020, quando ho ricevuto la diagnosi, dopo 8 anni di dolore. l’ho fatto perchè sono riuscita ad avere una diagnosi proprio grazie alla testimonianza di altre donne che, prima di me, hanno messo la loro esperienza al servizio di, chi, come me, brancolava in un buio fatto di dolore e mortificazione da parte degli specialisti. perchè questa malattia è misconosciuta da parte del personale medico (i medici che la trattano in Italia sono tra i 5 e i 10, nonostante sia piuttosto diffusa) arrivando a una media di 4/8 anni per una diagnosi. oltretutto c’è pochissima ricerca un merito e non è riconosciuta dal SSN. ogni visita, cura, terapia, farmaco, riabilitazione è carico della paziente che arriva a spendere - non scherzo - diverse centinaia (se non migliaia) di euro al mese".
"Grazie (anche) alla mia testimonianza e a quella di tante altre persone che han deciso di usare la propria voce, mettendoci la faccia, per combattere per i propri diritti, siamo riuscite ad avere una proposta di legge per il riconoscimento della vulvodinia. gli articoli che sono usciti dopo l’ufficializzazione della mia relazione, sia in merito alla vulvodinia che in merito al mio orientamento sessuale - non sono una mia responsabilità e trovo meschino permettersi di giudicare qualcuno su questa base. per finire, sono la prima a dire che è estremamente svilente essere definita “la fidanzata di”, se mi seguissi sapresti della lotta che ho fatto e sto facendo per riacquisire la mia dignità. ma d’altronde il mio compagno è sulla cresta dell’onda, io sono decisamente meno famosa di lui, e da una stampa che pensa che la bisessualità sia una notizia rilevante, non mi aspetto molto altro. come si suol dire, disappointed but not surprised", scrive nel lunghissimo commento Giorgia Soleri.
"Sulla lotta alla malattia non mi permetterei mai di dire nulla e mi scuso se qualcuno nei commenti lo ha fatto - risponde la Tecce - Sul fatto della bisessualità non è colpa tua ma di chi morbosamente ci titola da giorni. Però credo tu capisca, da esperta e sapiente utilizzatrice dei mezzi social, che è un argomento che in questo momento va molto di moda e sicuramente ti attrae le simpatie di tutto ciò che gravità intorno. Detto questo io mi arrabbierei per il fatto che ti indicano come la fidanzata di... Hai una tua individualità e non sei una propaggine del tuo fidanzato, credo che su questo tu sia d'accordo".
Nel frattempo altri utenti - siamo nella bacheca della Tecce - criticano la replica di Soleri. " Le do una notizia : chi è omosessuale non fa parte di una razza superiore da osannare . È una persona come tutte le altre che il rispetto deve guadagnarselo per quello che fa non per la sua inclinazione sessuale . Siamo stufi di questo eterno piagnisteo . Le do un consiglio , faccia la sua vita tranquilla e se le chiedono della sua sessualità risponda semplicemente 'non sono argomenti che la riguardano'", scrive un untente al quale la stessa Giorgia replica: "Questo paternalismo nei miei confronti lo trovo altamente offensivo. è un mio diritto rispondere come meglio credo a domande che riguardano il mio orientamento sessuale e non è di certo lei a dirmi come devi gestirle, grazie".
"Detto questo quasi quotidianamente vediamo articoli che riguardano aggressioni omofobe, mi sembra tutto fuorché una moda. e penso solo un bene che le persone inizino a parlarne (ripeto, se se la sentono) come si parla di qualsiasi altra cosa. che poi ci sia bisogno di farci gli articoli sopra, siamo tutti d’accordo, è squallido (ed è anche un quadro reale della nostra situazione culturale a livello di inclusione)" scrive ancora.
Finisce qua? No, la parola fine la mette Laura Tecce: "Giorgia Soleri vedo che hai capito, ma non avevo dubbi. Anche le aggressioni omofobe, credimi, sono strumentalizzatissime. Fermo restando che sono episodi che vanno condannati senza se e senza ma".