vita da star

Venus club, “da non crederci”. Mara Maionchi svela la verità sulla carriera di Tiziano Ferro, Gianna Nannini e Mango

Giada Oricchio

“Gianna Nannini raccomandata e Tiziano Ferro debole però…”. Mara Maionchi rivela i segreti dei talenti che ha scoperto nell’ultima puntata di “Venus Club”, giovedì 10 giugno.

Il programma di Lorella Boccia su Italia1 ha chiuso il primo ciclo di interviste con un ottimo riscontro di audience. Il format tutto al femminile è piaciuto al pubblico di Italia1 e dovrebbe essere riconfermato nella prossima stagione televisiva. Per la finale, la conduttrice ha reso omaggio alle sue compagne d’avventura: Iva Zanicchi e Mara Maionchi. E proprio la produttrice discografica e giudice di X Factor ha deliziato i telespettatori snocciolando diversi aneddoti sui primi passi di tre cantanti italiani: Gianna Nannini, Tiziano Ferro e Mango.

  

 

 

La Maionchi ha ricordato: “La Gianna venne da me con una raccomandazione di uno importante di Siena e io pensai ‘mamma mia, che pa**e la solita raccomandata’ e invece questa ragazza si siede al pianoforte per farmi sentire una sua composizione… devo dire che la composizione era terribile, ma lei aveva questa timbrica di voce e un modo di suonare che non era tradizionale. Aveva una emotività, una forma di comunicazione che mi colpirono molto e pensai che con le canzoni giuste poteva fare tanta strada. La presi alla Ricordi, fece due dischi di una bruttezza unica, terribili, ma doveva scaricare questa sua necessità di scrivere, poi trovammo il giusto gruppo di lavoro e nacque l’album ‘America’ che fu un grande successo, soprattutto in Germania”.

 

 

Messa a posto la Nannini, è toccato a Ferro veder svelati i claudicanti esordi: “L’ho scovato a un concorso dell’Accademia di Sanremo, aveva una timbrica di una bellezza fondamentale, aveva qualcosa di particolare, lo rincorremmo e firmammo un contratto di produzione. Per tre anni Tiziano andò avanti e indietro tra Latina e Milano, la sua problematica era non essere forte nella scrittura però mio marito e io gli insegnammo le regole. Anche lì trovammo la squadra e nacque ‘Non me lo so spiegare’, quando la sentimmo, capimmo che era nata una stella”. Dulcis in fundo: Mango, scomparso prematuramente all’età di 60 anni. Un nome meno esplosivo rispetto a Nannini e Ferro, ma che è rimasto nel cuore di Mara Maionchi: “Lo amavo molto perché cantava in modo straordinario, se fosse nato all’estero sarebbe diventato una star. Io arrivai alla Foni Cetra perché dovevo ascoltare e mandare via aspiranti artisti e a un certo punto sentì cantare questo ragazzo: era bra-vis-si-mo. Lo misi a lavorare con Mogol e Salerno e dopo vario tempo uscì ‘Oro’. Purtroppo è morto giovane”. E lo studio gli tributa un lungo applauso.