Sono stato in coma per 7 giorni, il racconto choc di Aka7even
Luca Marzano, in arte Aka7even, è stato ospite nel salotto di Verissimo nella puntata di sabato 22 maggio. Il programma del pomeriggio targato Canale 5, sotto la conduzione di Silvia Toffanin dedica ampio spazio ai finalisti della ventesima edizione di Amici.
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Il cantante, reduce dal successo di X Factor 2017, si è presentato sul palco del talent show di Maria De Filippi ed è stato scelto da Anna Pettinelli che in questi mesi lo ha supportato ma molto spesso messo alle strette, definendolo: “ciuccio e presuntuoso”. Un percorso costellato da alti e bassi complici anche le critiche di Rudy Zerbi e i continui litigi per i guanti di sfida lanciati proprio dal collega della Pettinelli. Nonostante ciò, nella fase finale, in molti da casa lo designavano come vincitore di Amici 20. Alla fine, non è andata così, perché il trofeo della categoria canto gli è stato soffiato da un altro protagonista di questa edizione Sangiovanni.
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Ma ai microfoni di Verissimo il cantante dal ciuffo biondo si è aperto raccontando la sua delicata storia. Un racconto choc che ha fatto emozionare anche la conduttrice: "Quando ero piccolo sono stato in coma sette giorni per un'encefalite. Per i medici non mi sarei mai più svegliato", ha detto il finalista di Amici. A salvarlo è stata proprio la musica: "Mio fratello mi metteva le cuffie e mi faceva ascoltare la musica, la sua voce mentre cantava. Mi scendevano le lacrime, i medici non sapevano spiegarselo". Sua madre però ha sempre creduto che Aka7even ce l'avrebbe fatta: "Mia mamma lo sentiva, continuava a crederci, nonostante il parere dei medici, e ha avuto ragione perché dopo sette giorni mi sono svegliato"- racconta con gli occhi lucidi il giovane cantane.
Quando la Toffanin chiede il senso del suo nome d’arte, lui svela: “A 7 anni ho avuto un’encefalite e sono rimasto 7 giorni in coma, i medici mi avevano dato per spacciato e invece mi sono risvegliato. Il mio nome prende spunto da questo: 7 anni, 7 giorni in coma e 7 come le vite dei gatti come collegamento tra la vita e la morte".
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