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Oscar a Nomadland e Chloè Zhao. Italia e Pausini a bocca asciutta

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L’Italia è rimasta assente nella notte degli Oscar nell’era del Covid, che ha visto il trionfo della regista Chloé Zhao premiata come miglior regista per il suo "Nomadland". Zhao è la prima donna di origine asiatica ad avere vinto l’Oscar alla regia e la seconda in assoluto, dopo Kathryn Bigelow nel 2010 con "The Hurt Locker".

 

 

 

"Nomadland" si è inoltre aggiudicato le statuette come miglior film e per la migliore attrice, andato a Frances McDormand. Umile come sempre, Chloé Zhao ha tenuto un discorso che ha strappato gli applausi: "Come vai avanti quando le cose sono difficili? Ho ripensato a un gioco di recitazione di poesie cinesi che facevo con mio padre. Uno di questi poemetti dice che "le persone alla nascita sono molto buone". È vero, ho sempre trovato gentilezza nelle persone che ho incontrato. Questa statuetta è per le persone che credono in questa bontà". E riferendosi al padre: "Sei tu che mi ispiri". "Grazie agli eroi di Nomadland per averci insegnato resilienza, resistenza e gentilezza". A sorpresa l’Oscar per miglior attore protagonista è andato a Anthony Hopkins per «The Father», assente a Los Angeles perché tornato nel Galles. A 83 anni è l’attore più anziano ad aver vinto un Oscar, 29 anni dopo quello per «Il silenzio degli innocenti».

 

 

 

Purtroppo per l’Italia, come detto, resta l’amaro in bocca per il nulla di fatto sia con il team in corsa degli artisti di «Pinocchio» (candidati per costumi e trucco e parrucco), che con Laura Pausini battuta dalla rapper H.E.R. (con il brano «Fight For You» da «Judas and the Black Messiah»).

 

 

 

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