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Sanremo 2021, Mario Adinolfi contro lo show di Achille Lauro: "Un'ammucchiata ma il distanziamento?"

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Per la quarta sera torna sul palco Achille Lauro con il suo quadro 'punk rock'. Per l'occasione canta le due canzoni con le quali è stato protagonista alla kermesse: 'Me ne frego' e 'Rolls Royce'. Prima, però, Lauro, vestito di piume bianche, scende le scale sulle note dell'Inno di Mameli con la bandiera tricolore a spalle. Ad aspettarlo al fondo il suo socio Boss Doms. A quel punto parte la marcia nuziale e i due si baciano a centro palco. "Al netto d'ogni altra considerazione sul  buon gusto, come si conciliano il maniacale messaggio su distanziamenti, mascherine a tutti gli orchestrali, rispetto delle  regole con il messaggio Dio benedica chi se ne frega che ha  accompagnato l'ammucchiata gay di Achille Lauro?" denuncia sul  profilo Twitter Mario Adinolfi, postando proprio la foto che ritrae la  performance di ieri sera all'Ariston del cantante mentre, vestito  da sposa, bacia sulle labbra il bassista Boss Doms.

 

 

Lo show prosegue con Fiorello con in testa una corona di spine e il rossetto nero. Quando Achille Lauro e Boss Doms se ne vanno, Fiorello rimane sul palco pietrificato. "Lo conosco da 35 anni ma così non l'avevo mai visto". "Non posso parlare - dice Fiore -, sono un quadro di Achille Lauro. Portatemi via". E lo portano via i tecnici. "Sono il Punk Rock - recita il monologo introduttivo -. Icona della scorrettezza. Purezza dell'anticonformismo. Politicamente inadeguato. Cultura giovanile. San Francesco che si spoglia dai beni, Elisabetta Tudor che muore per il popolo. Giovanna D'Arco che va al rogo. Prometeo che ruba il fuoco agli dèi. Sono un bambino con la cresta, Un uomo con le calze a rete, Una donna che si lava dal perbenismo e si sporca di libertà. Sono l'estetica del rifiuto, Il rifiuto dell'appartenenza ad ogni ideologia. Sono Morgana che tua madre disapprova. Contro l'omologazione del 'si è sempre fatto così'. Sono Marilù. Dio benedica chi se ne frega".

 

 

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