entro il 31 marzo
La Sardegna si prepara a candidare i nuraghi a patrimonio dell'Umanità
La data è fissata: 31 marzo 2021. È il termine ultimo entro il quale l’Unesco si pronuncerà a proposito del riconoscimento dei nuraghi della Sardegna come «patrimonio dell’umanità». La posta in gioco è alta, dato che la presenza di circa 8mila nuraghi, diffusa in tutto il territorio sardo e risalente a 3500 anni fa, ha un potenziale di attrattività che nel Mediterraneo è comparabile solo con l’Egitto dei faraoni. Un sistema costruito dall’uomo unico nel suo genere e ancora oggi avvolto dal mistero. Con un elemento aggiuntivo strettamente legato al momento storico che stiamo vivendo: quell’immenso patrimonio può cambiare il futuro della Sardegna e innescare quel circolo virtuoso che dalla storia e dalla cultura si riflette direttamente sull’economia, creando nuove opportunità di sviluppo e dando vita a scenari inediti. Non a caso, l’idea del riconoscimento dell’eccezionale valore dell’archeologia sarda ha creato un fronte unico all’interno dell’Isola, alimentato da un consenso unanime che cresce di giorno in giorno.
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L'istanza per l'inserimento nella «tentative list» dei beni richiedenti la nomina quale Patrimonio culturale dell'Umanità è stata depositata a ottobre ma attorno all’iniziativa nel corso di questi mesi è cresciuto un fermento che ha ben presto superato i confini dell’Isola. A sostegno dell’iniziativa si è schierato tutto il mondo produttivo ed economico sardo, quello accademico, i più importanti centri di ricerca regionali, la politica nella sua interezza. Hanno infatti aderito all’iniziativa quasi tutti i Comuni della Sardegna, il Consiglio regionale e la Giunta regionale, le Università di Cagliari e Sassari, il Centro di ricerca CRS4 e il Distretto Aerospaziale della Sardegna, l’Ufficio Scolastico Regionale, il FAI, il mondo delle imprese e la rete delle professioni, gli emigrati sardi nel mondo (FASI) e le Pro Loco.
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«Siamo a un passo da un risultato storico - spiega il Presidente dell’Associazione “Sardegna verso l’Unesco” Michele Cossa - La diffusione dei nuraghi lungo l’intero territorio della Sardegna, spesso con annesse strutture megalitiche, come le tombe di giganti e i pozzi e fonti sacre, fa presumere che la Sardegna detenesse una capacità edificatoria che le altre isole mediterranee non riuscirono mai ad eguagliare. Abbiamo un patrimonio unico, ancora sorprendentemente ben conservato».