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La Sardegna si prepara a candidare i nuraghi a patrimonio dell'Umanità

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Carlo Scagnoli
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La data è fissata: 31 marzo 2021. È il termine ultimo entro il quale l’Unesco si pronuncerà a proposito del riconoscimento dei nuraghi della Sardegna come «patrimonio dell’umanità». La posta in gioco è alta, dato che la presenza di circa 8mila nuraghi, diffusa in tutto il territorio sardo e risalente a 3500 anni fa, ha un potenziale di attrattività che nel Mediterraneo è comparabile solo con l’Egitto dei faraoni. Un sistema costruito dall’uomo unico nel suo genere e ancora oggi avvolto dal mistero. Con un elemento aggiuntivo strettamente legato al momento storico che stiamo vivendo: quell’immenso patrimonio può cambiare il futuro della Sardegna e innescare quel circolo virtuoso che dalla storia e dalla cultura si riflette direttamente sull’economia, creando nuove opportunità di sviluppo e dando vita a scenari inediti. Non a caso, l’idea del riconoscimento dell’eccezionale valore dell’archeologia sarda ha creato un fronte unico all’interno dell’Isola, alimentato da un consenso unanime che cresce di giorno in giorno.

 

L'istanza per l'inserimento nella «tentative list» dei beni richiedenti la nomina quale Patrimonio culturale dell'Umanità è stata depositata a ottobre ma attorno all’iniziativa nel corso di questi mesi è cresciuto un fermento che ha ben presto superato i confini dell’Isola. A sostegno dell’iniziativa si è schierato tutto il mondo produttivo ed economico sardo, quello accademico, i più importanti centri di ricerca regionali, la politica nella sua interezza. Hanno infatti aderito all’iniziativa quasi tutti i Comuni della Sardegna, il Consiglio regionale e la Giunta regionale, le Università di Cagliari e Sassari, il Centro di ricerca CRS4 e il Distretto Aerospaziale della Sardegna, l’Ufficio Scolastico Regionale, il FAI, il mondo delle imprese e la rete delle professioni, gli emigrati sardi nel mondo (FASI) e le Pro Loco.

 

«Siamo a un passo da un risultato storico - spiega il Presidente dell’Associazione “Sardegna verso l’Unesco” Michele Cossa - La diffusione dei nuraghi lungo l’intero territorio della Sardegna, spesso con annesse strutture megalitiche, come le tombe di giganti e i pozzi e fonti sacre, fa presumere che la Sardegna detenesse una capacità edificatoria che le altre isole mediterranee non riuscirono mai ad eguagliare. Abbiamo un patrimonio unico, ancora sorprendentemente ben conservato».

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