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Verissimo, la confessione di Asia Argento che sciocca Silvia Toffanin: "A letto con un cadavere..."

Giada Oricchio
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Asia Argento choc nella puntata di “Verissimo” di sabato 23 gennaio. Ospite di Silvia Toffanin, ha ricostruito la violenza sessuale subita dal regista Rob Cohen, celebre per i film di “Fast and Furious”: “Aveva una bottiglia di GHB, la droga dello stupro. Ha abusato anche della figlia. Ho taciuto perché mi sono incolpata”.

Asia Argento ha messo nero su bianco tutta la sua vita: dolori immensi e un unico grande amore, quello per i figli. Un capitolo dell’autobiografia è dedicato a un episodio rimasto sommerso fino a ora: la violenza sessuale subita dal regista Rob Cohen. L’attrice, figlia di Daria Nicolodi e Dario Argento, spiega a Silvia Toffanin, conduttrice di Verissimo: “Non pensavo che l’avrei raccontato anche se nel 2019 sono uscite altre due persone a rivelare cosa aveva fatto. Quest’uomo era un predatore e come tutti i predatori ha negato. E’ il regista Rob Cohen. Non sa ancora che ho parlato anch’io. Era il 2002 e stavamo girando “XXX”, un film importante. Un weekend, mi diede il GHB, la droga dello stupro, io non lo sapevo. Quando mi sono svegliata avevo solo dei flash, ho visto che mi toglieva i pantaloni, e poi black. La mattina quando mi sono svegliata, io ero nuda e lui era nudo, mi dava i baci e io non pensai: oddio, cosa mi ha fatto, ma cosa ho fatto? La donna per prima si vittimizza, si incolpa, è quasi più facile pensare di averlo desiderato, invece non era così. Non c’era stato nessun bacio, nessun approccio prima, non c’era stata nessuna apertura da parte mia, mi ha drogato di punto in bianco. Nel periodi del Metoo molte vittime mi raccontarono del GHB, la usava Bill Cosby. Cosa porta un uomo ad andare a letto con un cadavere non lo capisco. Cohen ha abusato sessualmente di sua figlia e di un’altra donna. Perché l’ho detto? Lui aveva una bottiglia intera di GHB, non è una droga ricreazionale, ma è per stendere le altre ragazze e ho pensato che ci saranno altre donne e forse così troveranno il coraggio di dire la loro verità. E se non la diranno, penseranno almeno che non se la sono cercata”.

La Toffanin le domanda come mai lei non abbia denunciato e Asia Argento: “Non avevo capito cosa era successo, l’ho capito mesi dopo parlando con un amico. La mattina dopo, lui faceva il piccioncino, ma io gli dissi che non stavamo insieme. La sera io gli avevo chiesto qualcosa per dormire e lui mi drogò. Io lo scoprì molti mesi dopo, per me era più facile incolparmi che dire che qualcuno mi aveva fatto una cosa del genere. Dopo Weinstein, (il produttore cinematografico in carcere per violenza sessuale, nda) dove già nessuno mi credeva, se avessi raccontato anche questo mi avrebbero detto che ero una mitomane,che ero una convinta che tutti la volevano violentare. Ma la verità è che mi è successo a 21 anni e a 26 anni. Cosa penso di Weinstein? Si merita di stare in carcere, non l’ho perdonato”.

L’attrice però è segnata anche da un’infanzia drammatica: “Mi veniva da ridere quando mi dicevano che ero viziata e figlia di papà, in realtà era il contrario. Mia madre era molto violenta. Non so perché facesse così quando ero piccola. Aveva una relazione travagliata con mio padre e si sfogava su di me, secondo lei potevo prendere le botte ed essere cacciata di casa nel cuore della notte a 9 anni con il gatto e ce l’avrei fatta lo stesso perché ero forte. Mi ha picchiato l’ultima volta a 14 anni per il mio compleanno, non mi aveva fatto nemmeno la torta. Allora dissi a mio padre delle botte e mi prese a casa con lui. Quando si rese conto che ero stata vittima di violenze, si è preso tutte le responsabilità di genitore e mi ha dato la stabilità di cui avevo bisogno”.

Asia ammette di aver accettato a metà la prematura scomparsa della sorella Anna in un incidente stradale: “Avevo 19 anni, mia madre era assente e Fiore la sostituì. In quel momento neppure mio padre ce la faceva ad aiutarci. Io sono stata sei mesi a letto. Ho usato molte sostanze, era il tempo dei rave e non eravamo controllati, giravano droghe fortissime, ho visto amici con danni cerebrali. Immagino di avere anche io qualche danno ma mi ha salvato il cinema”. Se il rapporto con il padre Dario Argento è solido e imprescindibile (“Non so come farei senza di lui, mi è stato vicino quando mamma è stata male”), quello con la madre, morta a novembre, è stato recuperato in extremis: “E’ stata una nonna straordinaria, ha dato ai nipoti quello che non aveva dato a me e io le ho perdonato tutto. La conclusione è stata positiva. A novembre ha avuto un’ischemia grave e sapevo che non voleva rimanere in quello stato. Si è come impuntata per non vivere. Non potevo vederla ed era terribile, stavo ore e ore nel mio letto, nella mia cuccia e la immaginavo, poi per fortuna l’hanno spostata di reparto, l’ho vista e le ho detto che la ringraziavo di avermi messo al mondo, che la perdonavo e che le volevo bene. Non c’è un dolore così forte… perdere il punto di riferimento così grande è impensabile, proprio perché il rapporto è stato così contrastato è stato ancora più doloroso dirle addio. Mi chiudevo nella stanza per non farmi vedere dai miei figli, poi quando ho accettato la dipartita anche il legame con Anna Lou e Nicolas è cresciuto. Sono dolci, educati e intelligenti”. E Silvia Toffanin non trattiene le lacrime: il pensiero va a sua mamma, scomparsa poco tempo fa.

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