La "cura" di Ferro fa bene al Festival
SANREMO Chi non l'ha visto ha fatto male. Il buio totale dell'Ariston rotto solo dai fasci di luce di una corona di proiettori, per il colore è bastata la voce di Tiziano Ferro. Interpreta con l' intensità che ci si aspettava «Mi sono innamorato di te», omaggio a Luigi Tenco che 50 anni fa ci lasciava con un suicidio dai contorni mai del tutto chiariti. Un alone di mistero che è risuonato anche nella performance di Ferro, tanto sofferta quanto al diapason. Prolungata dall' orchestra che ha chiuso il ricordo di Tenco eseguendo «Vedrai vedrai». È servito anche a dimenticare l'inizio troppo lungo, con gli rvm di presentazione dei cantanti e il rullo di canzoni di successo della storia del Festival, di Lucio Dalla e Mia Martini i flashback più emozionanti. L' unico piccolo neo in una serata filata via liscia, nel meccanismo collaudato negli scorsi anni e che al terzo Conti non si inceppa mai, al punto da consentire l'inserimento senza problemi di una Maria De Filippi... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI