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Robot e intelligenza artificiale: fine o evoluzione dell'umanità?

Gianfranco D'Anna
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Siamo ancora essere umani o cos'altro? Dalla medicina all'agricoltura, dall'editoria all'alimentazione, dall'astrofisica all'intelligence: non c'è ambito delle comunicazioni, dell'industria e della ricerca che non sia attraversato dallo sviluppo esponenziale dell'intelligenza artificiale. Una trasformazione talmente veloce e in profondità da non essere neanche percepita. Soprattutto dalla generazione dei millennial. Quanto inciderà questa modificazione del modo di vivere, di pensare e di comunicare dell'uomo? Domande pressoché analoghe a quelle che si ci poneva nella seconda metà dell'ottocento all'inizio dell'era dell'elettricità e del motore a scoppio. Interrogativi rilanciati qualche decennio dopo dalle prime trasmissioni radiofoniche e decenni ancora successivi per l'avvento del telefono. Le risposte sono le stesse: l'evoluzione è inarrestabile e caratterizza la crescita di tutta l'umanità. Tuttavia dietro le rassicurazioni e l'oblio delle capacità di discernimento, la crescente spersonalizzazione dei network digitali pone molteplici interrogativi non più su come governare il progresso ma piuttosto sul come fare a non farsi dominare dagli strumenti dell'evoluzione tecnologica. Cioè dai robot e dalle intelligenze artificiali. La domanda delle domande è diventata: fine o evoluzione dell'umanità? In realtà nessuno sa quanto sarà grande e cosa comporterà l'impatto dell'intelligenza artificiale. L'incubo peggiore e la tendenza alla trascendenza sovrannaturale, oscillano dall'inverno nucleare alla possibile immortalità. Intanto l'unica certezza matematica evidenzia come l'intelligenza artificiale stia già determinando in tutto il mondo un gigantesco cambiamento dei parametri economici ed esistenziali. Niente clic o carrelli, solo robot. Al supermercato o sui siti di e-commerce gli acquirenti vengono spesso accolti e guidati negli acquisti da intelligenze artificiali. Robot e i programmi e-learning di risposta automatica riconoscono i linguaggi, interloquiscono e dispongono la selezione e la spedizione degli articoli come se i consumatori stessero dialogando con addetti e commessi di un centro commerciale. Ancora più funzionale, in alcuni ipermercati spagnoli il robot interattivo Pepper, 28 chili, 1,20 metri di altezza e 17 articolazioni di movimento, che è già stato testato sul campo lo scorso ottobre in Francia in un ipermercato nei pressi di Parigi. Definito un umanoide, Pepper é in grado di leggere le variazioni di espressione delle persone, una telecamera 3d gli consente infatti una vista fino a tre metri, per rapportarsi in maniera più umana e rendere l'esperienza d'acquisto più agevole e soddisfacente. Secondo un recente studio, la robotica instore è ormai diventata un elemento distintivo che porta il consumatore a frequentare un punto vendita piuttosto che un'altro. I primi casi di promozioni tramite robot, realizzate soprattutto in Estremo Oriente, hanno dato risultati positivi, con un aumento del traffico instore dal 15 al 38%, delle vendite di prodotti e della customer satisfaction. Quanto a Pepper, in questa prima fase il suo ruolo sarà di tipo ludico-pedagogico, con due modalità: l'accoglienza dei clienti che vengono informati sulle promozioni e gli sconti in atto. Il robot ha inoltre la possibilità di interagire con i bambini attraverso giochi e danze, realizzazione di selfie e brevi conversazioni. La Spagna non è nuova a questi progetti: nel 2015 aveva già messo in campo robot Nao per promuovere un programma rivolto a oltre mille bambini sull'alimentazione e l'igiene. Al momento Nao è posizionato su un'unità mobile nella quale vengono organizzati corsi di cucina e di nutrizione dalla quale dispensa consigli ai più piccoli sui corretti stili di vita. L'intelligenza artificiale è dunque destinata a svolgere un ruolo sempre più esponenziale nella vita di ogni giorno, come evidenziano alcuni dati sullo sviluppo tecnologico in corso: Rischio sorpasso Secondo Ray Kurzweil, direttore del reparto di ingegneria di Alphabet, entro il 2029 le macchine saranno più intelligenti degli esseri umani. Una minaccia? No perché Kurzweil ritiene che l'umanità entro il 2029 conquisterà l'immortalità Il tesoro dell'intelligenza artificiale Bank of America ha calcolato che l'aumento dell'Intelligenza artificiale determinerà una riduzione dei costi e nuove forme di crescita per un valore che oscillerebbe fra i 14 ed i 33 miliardi di euro ogni anno, in quello che viene definito un creative distruption impact e che rappresenterebbe soltanto la punta dell'iceberg Più umani che digitali Secondo Gartner, gli assistenti digitali saranno in grado entro il 2018 di imitare le conversazioni umane, facendo discorsi di senso compiuto, contestualizzati al momento, con tono adeguato e con la capacità di aggiungere pensieri o intenti in maniera continua. Detto in un altro modo, gli assistenti digitali potranno interagire con i clienti come farebbe un amico, o almeno tenteranno di farlo. Entro il 2020 gli assistenti virtuali alimenteranno l'85% delle interazioni del Servizio Clienti Ciao ciao call center e tempi di attesa. Facebook e altre piattaforme di messaggistica hanno già adottato gli assistenti virtuali bot per il servizio clienti nelle loro applicazioni di chat, trend che offre vantaggi sia alle aziende che ai consumatori. Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza McKinsey, la diffusione delle automobili autonome sarà più rapido del previsto e ridurrà gli incidenti mortali, contribuendo a salvare circa 300.000 vite nei prossimi dieci anni. Oltre a far guadagnare 50 minuti al giorno si prevede soprattutto di risparmiare 190 miliardi di dollari in costi annuali di assistenza. Pronti per il futuro? (fonte zerozeronews.it)

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