La doppia elica del Dna il successo della vita

Quella che è valsa il Nobel a James Watson e Francis Crick «è una scoperta che ha già rivoluzionato la storia, influenzando arte, archeologia, scienza forense, ricerca e naturalmente medicina. C'è un prima e un dopo la doppia elica del Dna, e io me ne sono innamorato da subito, quando appena laureato ho iniziato a lavorare in questo settore». A ricordare il «compleanno» del Dna, la cui struttura fu descritta per la prima volta il 25 aprile del 1953 sulla rivista «Nature», è il genetista Giuseppe Novelli, preside della Facoltà di Medicina dell'Università di Roma Tor Vergata, alla vigilia della partenza per il World Dna and Genome Day 2013, al via questa settimana a Nanjin proprio per celebrare i 60 anni della scoperta con «tre giorni di Congresso e oltre 200 relatori, fra cui diversi premi Nobel». «Non a caso - aggiunge il genetista - quest'anno la celebrazione si tiene in Cina: l'evento sarà molto biotech e la Cina è un gigante da questo punto di visto. Ma non c'è un aspetto della vita umana rimasto impermeabile a questa scoperta. Penso ai beni culturali: oggi l’archeologia molecolare consente di fare incredibili scoperte sul passato, a partire da minime tracce. Anche la conservazione della specie deve moltissimo agli studi di Watson e Crick, insieme alle analisi biologiche e naturalmente alla medicina, o alla patologia forense. Solo grazie al Dna possiamo parlare oggi di farmaci personalizzati, e sapere prima se un medicinale sarà efficace per un determinato paziente. Insomma, si tratta di un compleanno da non dimenticare, perchè racchiude ancora incredibili promesse».