Spazio alla musica
Festival di Sanremo, omaggi ai grandi con Morandi, Pelù e Il Volo
Fuoco alla polveri. A poche ore dall’inizio, il Festival di Sanremo è fiorito all'entrata del teatro Ariston: ventimila ranuncoli, diciottomila garofani rossi e foglie di magnolie blu incorniciano l'ingresso. Baglioni scalda i motori e ancora una volta non replica ad Antonio Ricci che era stato sgradevole nei suoi confronti giorni fa. “Non ho niente da rispondere, lo farei, ma ho una cosa più importante da fare: il Festival”. Il compito è portare a casa una kermesse “dell’italianità”. “Siamo qui per dare spazio alla musica questa strana forma di arte fatta di parole e musica, due materiali molti difficili da assemblare. Un Festival – spiega Baglioni che sarà estremamente divertente ma diventerà serio quando ricorderà i suoi interpreti più grandi scomparsi e non. Scioglie cosi le riserve Baglioni, nella prima conferenza stampa di questa 68esima edizione, sulle modalità di esibizione degli ospiti. “In questo Festival non vedrete astronauti o sportivi ma solo cantanti. Le serate renderanno omaggio a Luis Bacalov scomparso da poco con Gianni Morandi. Il Volo farà un omaggio a Sergio Endrigo. Umberto Bindi e Fabrizio De Andrè saranno ricordati con Gino Paoli e Danilo Rea. Gaber. Fiorella Mannoia omaggerà Ivano Fossati. Piero Pelù ricorderà Lucio Battisti. Poi ci saranno omaggi anche a Luigi Tenco e Giorgio Gaber. In forse la presenza della Pausini bloccata da una faringite. Questo Festival oltre che un concorso, vuole essere una mostra una vera rassegna di quello che la musica ci ha regalato da quando è nato il festival, e sono nato anche io, che sono coetaneo del festival. Ma sia chiaro: non è un'operazione di reduci, non faremo il raduno degli alpini". Il dittatore Baglioni ha rimarcato anche che non ci saranno concessioni allo spettacolo che non riguardino in qualche modo la musica ma la componente spettacolare sarà comunque molto rilevante. Noi abbiamo cercato di riportare la barra nella direzione della “musica al centro”. Non siamo riusciti ad avere tutti i generi, perché ad esempio i rapper vedono il festival come un mondo lontano, forse anche perché in molte edizioni si aveva la sensazione che fosse un evento soprattutto mediatico e televisivo più che musicale”.