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Al San Raffaele arriva il robot che non fa sentire soli i pazienti

Il direttore sanitario Giorgio Felzani e il professore Pierluigi Beomonte Zobel

Videochiamate con i parenti e possibilità di spostarsi "virtualmente" in clinica per parlare con i medici

Silvia Sfregola
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Per ridurre le distanze tra parenti e pazienti nei giorni dell'emergenza Covid-19 il San Raffaele Sulmona utilizzerà due Telepresence Robot e li metterà a disposizione dei propri ospiti ricoverati nell'Unità Spinale, impossibilitati a utilizzare la semplice videochiamata con smartphone. Nei giorni scorsi sono stati effettuati i test tecnici in collaborazione con il professore Pierluigi Beomonte Zobel del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università dell'Aquila e da oggi il servizio robotizzato può essere attivato e regolamentato in modo da garantire il regolare svolgimento del lavoro degli operatori e il rapporto dei pazienti con i familiari, i quali potranno così, non solo muoversi virtualmente nella stanza del proprio caro ma anche cercare un infermiere e avere un colloquio con il medico. "La prima persona che lo utilizzerà – afferma Giorgio Felzani, direttore sanitario e responsabile dell'Unità Spinale del San Raffaele Sulmona -  è una donna con tetraparesi di 75 anni, che ha una figlia a Teramo. Il servizio attivato va anche oltre la telefonata video. Infatti, il  robot, teleguidato a distanza, permette di dialogare non solo con i propri cari ma anche con il personale sanitario, per avere informazioni o fare comunicazioni, muovendosi all'interno della struttura sanitaria”. “L'attivazione del servizio di telepresenza, che abbiamo testato anche con familiari che si trovano all'estero, è fondamentale per mantenere ad un buon livello il morale dei pazienti e dei loro familiari.- continua il Direttore sanitario, Felzani -  Si possono pensare situazioni in cui da remoto il parente può spostarsi in compagnia del ricoverato per condividere i momenti e i luoghi dove si svolgono le attività dell'Unità Spinale. Questo ha senza dubbio una ricaduta positiva sia sulle terapie riabilitative del paziente sia per ridurre le conseguenze determinate dalla inevitabile distanza tra pazienti e familiari specie in questi difficili momenti". Quello della continuità nella comunicazione è ”un problema che viene meno considerato.-  dice il neurologo, il professore Fabrizio Stocchi, responsabile del Centro Parkinson dell'IRRCS San Raffaele Roma-Pisana - A causa delle restrizioni di movimento e degli accessi alle strutture sanitarie i pazienti si trovano a vivere in solitudine una situazione già di per se difficile. Pensiamo a chi si trova in strutture di riabilitazione perché ha avuto una lesione midollare. Spesso si tratta di giovani che a causa di un incidente hanno visto stravolgersi la loro vita e si trovano ad affrontare il difficile e faticoso percorso riabilitativo senza il conforto e l'aiuto dei propri cari.  In questa situazione il telepresence può svolgere un ruolo molto importante. E' un sistema che riduce l'isolamento con ripercussioni positive anche sulla la motivazione e lo stato d'animo. Consideriamo poi che le persone alla guida del telepresence si possono alternare e quindi il paziente può interagire con i famigliari ma anche gli amici. Credo che l'apporto motivazionale e la sicurezza che può offrire il telepresence siano fondamentali nell'aumentare le possibilità di ripresa del paziente.  Potremmo dire: il telepresence non ti lascia mai solo e oggi tutti capiamo l'importanza di queste parole”. Il San Raffaele Sulmona ha già utilizzato in passato questo strumento per permettere a una dipendente del Ministero degli Affari Esteri, paraplegica, di continuare a lavorare durante il percorso riabilitativo svolto a Sulmona.  

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