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Contro il cancro c'è una nuova terapia

Il lavoro di un gruppo di ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, del Sant'Andrea di Roma e di Aviano

Valentina Pelliccia
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di Valentina Pelliccia

Una nuova terapia cellulare antitumorale tutta italiana è stata messa a punto da un gruppo di ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, del Centro clinico oncologico del Sant'Andrea di Roma e dal Centro di riferimento Oncologico di Aviano ed aggiunge un'arma in più alla ricerca immunologica contro il cancro. La notizia, pubblicata in questi giorni sull'autorevole rivista americana "Clinical Cancer Research", ha rivelato l'efficacia della terapia personalizzata consistente nella combinazione  tra cellule immunitarie del paziente isolate e coltivate  nel laboratorio-officina per farmaci cellulari del'ISS, il FaBioCell, e un anticorpo detto anti-CD"( rituximab) nei casi di linfoma follicolare avanzato e recidivato resistente a terapie convenzionali. Le cellule immunitarie trattate e lavorate, chiamate IFN-DC, inoculate di nuovo nel linfonodo malato hanno dimostrato la capacità di rieducare il sistema immunitario a riconoscere e combattere le cellule tumorali pretrattate già con il rituximab ( Gli anticorpi sono sostanze prodotte dal sistema immunitario e sono deputati al riconoscimento di alcune sostanze presenti sulla superficie delle cellule estranee all’organismo. L’interazione anticorpo-cellula estranea stimola il sistema immunitario a reagire contro la cellula stessa, con l’obiettivo di distruggerla. Il rituximab è un anticorpo sintetizzato in laboratorio e reso simile a quelli umani). Questa terapia sperimentata su otto pazienti, ha stimolato in tutti  la risposta immunologica antitumorale e ha ottenuto la riduzione e la scomparsa  della malattia non solo nei linfonodi trattati ma anche in quelli non trattati.   "Nel contesto attuale dell'immunoterapia contro il cancro"  spiega Imerio Capone ricercatore dell 'ISS  e coordinatore dello studio insieme al direttore  del dipartimento di oncologia e medicina molecolare, Filippo Belardelli, "le IFN-DC rappresentano un nuovo tipo di cellule dendritiche (quelle che allertano il sistema immunitario quando è presente un estraneo, n.d.r. ) di  dotate di molteplici attività antitumorali e adatte allo sviluppo di terapie combinate più efficaci, sia nelle neoplasie ematologiche sia nei tumori solidi". "Miriamo ad espandere il raggio d'azione  delle IFN-DC e stiamo sviluppando uno studio clinico in pazienti con glioblastoma e studi di combinazione con anticorpi immunostimolatori in altri tumori solidi ". Il numero limitato di pazienti inclusi nella sperimentazione obbliga però a studi di fase più avanzata su un maggior numero di malati per definire l'efficacia clinica della terapia  confortata comunque dal risultato della regressione totale  delle lesioni tumorali. Ma cos'è il linfoma follicolare? L'European Society for Medical Oncology (ESMO) definisce chiaramente il linfoma follicolare come  un tumore ematologico maligno che si sviluppa nei globuli bianchi, nel sistema linfatico e nel midollo osseo. Le cellule dei tessuti linfoidi del sistema linfatico si moltiplicano in maniera incontrollata sino a formare tumori.  è un sottotipo di linfoma non-Hodgkin (non-Hodgkin lymphoma, NHL)e rappresenta nei paesi occidentali il secondo linfoma più frequente Si può presentare  nella terza e quarta decade di età ma l'età media è attorno ai 60 anni con una prevalenza nel sesso maschile. Le cause e i fattori di rischio sono poco chiari. Possibili cause eziologiche possono essere attribuite a fattori ambientali noti come l’esposizione a radiazioni ionizzanti o agenti chimici o farmaci. L’accumulo dei linfociti nel midollo osseo può essere responsabile del calo della emoglobina e delle piastrine mentre l’accumulo nei linfonodi, nella milza e nel fegato comporta l’ingrandimento di questi organi. Sintomi comuni del linfoma follicolare sono ingrossamento non dolente dei linfonodi, febbre ad origine sconosciuta, eccessiva sudorazione notturna, affaticamento, infezioni e sanguinamento. La diagnosi può essere confermata solo dalla biopsia. Diverse  le opzioni di cura efficaci quali la chemioterapia, rituximab, la radioimmunoterapia e il trapianto di cellule staminali. Ora abbiamo un'arma in più con l'immunoterapia.

 

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