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È arrivata l'influenza. E cinque milioni rischiano di ammalarsi

Dopo l'abbassamento delle temperature in 100 mila già con i primi sintomi

Fabiana Pellegrino
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L'influenza 2018 è già qui. Complice il brusco abbassamento delle temperature di fine settembre, ma ci sono più di 100 mila italiani con i primi sintomi influenzali. Ma cosa dobbiamo aspettarci dall'influenza quest'anno? «La prossima stagione influenzale dovrebbe essere di intensità media. Si stima, però, che non meno di 5 milioni di persone saranno costrette a letto – spiega il profossor Fabrizio Pregliasco, - nell'emisfero australe la stagione sta scorrendo con bassi livelli di diffusione e una prevalenza del virus AH1N1, anche se in quest'ultima parte di stagione rimane l'incognita del contributo del virus B che potrebbe innalzare la dimensione complessiva della stagione». Ma attenzione a non confondere l'influenza da altri fastidi stagionali. Si può parlare di sintomi influenzali solo se ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente: la febbre elevata, dei sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Occorre però non abbassare la guardia con l'influenza: lo scorso anno ci si aspettava una stagione influenzale di media intensità e invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Molto dipende anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più malati. Come prevenire l'influenza? In genere ci affidiamo al buonsenso: ci copriamo bene, evitiamo gli sbalzi di temperatura, ci laviamo spesso le mani e facciamo l'attenzione all'alimentazione che deve essere ricca di vitamine (27%). Solo il 14% della popolazione ricorrerà quest'anno al vaccino antinfluenzale. «Un salvavita per le persone fragili, ovvero, tutti gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici per i quali l'influenza potrebbe determinare complicanze - sottolinea Pregliasco - e può rappresentare un'opportunità di riduzione dell'assenteismo scuola/lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma ne attenua i sintomi e il rischio di complicanze». Nonostante vaccini e farmaci antinfluenzali, molti di noi, comunque, ricorrono ancora ai classici rimedi della nonna come il brodo caldo, tè e tisane, spremute, vino cotto, latte bollente con miele. «In caso di contagio – continua Pregliasco – non bisogna fare gli eroi, il riposo resta un'arma fondamentale per aiutare l'organismo a sconfiggere i virus. Fondamentale è anche ricorrere ai farmaci di automedicazione, il pilastro principale nel trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. L'uso dei farmaci senza obbligo di ricetta deve servire ad attenuare i sintomi senza azzerarli, consultando il medico se le cose non migliorano dopo 4 – 5 giorni». Vademecum antinfluenzale 1.    Bere una spremuta al giorno aiuta a combattere raffreddore e influenza. Assumere le giuste dosi di vitamina C contribuisce a rafforzare il sistema immunitario. Quindi via libera agli alimenti che la contengono. Fare solo attenzione alle quantità: assumerne in eccesso, potrebbe dar luogo a disturbi gastrointestinali. 2.    Dormire aiuta a difendersi dal virus, poiché incrementa la risposta immunitaria. Questo vale ancora di più per i bambini: lasciamoli dormire anche più del solito. 3.    Non ricorrere a medicinali inutili, soprattutto antibiotici. Gli antibiotici combattono soltanto le infezioni batteriche e l'influenza stagionale e il raffreddore non sono causati da batteri, ma da virus. 4.    L'attività fisica aiuta a rafforzare le difese immunitarie nel combattere il virus dell'influenza. Tuttavia, mai esagerare! C'è infatti il rischio di eccedere con lo sforzo e quindi costringere il corpo ad un super lavoro che lo rende più debole in caso di attacco dei virus. 5.    Il brodo caldo di carne aiuta a guarire meglio e più in fretta. Alcune ricerche hanno evidenziato l'opportunità di assumere proteine per facilitare la ricostruzione delle cellule danneggiate dall'infezione. Il brodo di carne è in genere il modo migliore per nutrirsi in un momento in cui, a causa dell'infezione, si è inappetenti.  Attenzione, infine, a due luoghi comuni da sfatare. In caso di febbre l'antipiretico non va preso subito, la febbre è la risposta dell'organismo all'infezione e quindi non va azzerata ma bisogna seguire l'evoluzione della malattia. Per questo l'antipiretico andrebbe preso per abbassare la febbre quando è alta e superiore ai 38°. Inoltre, ricordiamoci che il vaccino protegge dai virus influenzali prevalenti in un anno specifico, ma non copre l'organismo da tutti i virus parainfluenzali, per esempio responsabili del raffreddore. In generale, si può dire però che chi si è vaccinato ha una bassa probabilità di ammalarsi o, se si ammala, i sintomi saranno più lievi. Per le categorie a rischio il vaccino rimane una delle armi di prevenzione più importanti.  

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