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Il morbillo spaventa sempre di più

Nei primi tre mesi del 2018 registrati già quattro decessi. Sul podio dell'incidenza più elevata Lazio al terzo posto dopo Sicilia e Calabria

Antonio Sbraga
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Prosegue inarrestabile l'aumento dei casi di morbillo in Italia, dove in soli 3 mesi si sono contate le stesse vittime dell'intero anno scorso. «Sono stati segnalati 4 decessi che si aggiungono ai 4 segnalati nel 2017», peraltro già indicato come l'annus horribilis che ha segnato il riacutizzarsi di questo tipo di malattia infettiva. La cui incidenza più elevata vede piazzate sul mesto podio la Sicilia, la Calabria e il Lazio. Così dice l'ultimo bollettino di «Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia», stilato dall'Istituto Superiore di Sanità, che analizza l'andamento del primo trimestre dell'anno. E, «dal 1 gennaio al 31 marzo 2018 sono stati segnalati in Italia 805 casi di morbillo, di cui 207 nel mese di gennaio, 272 nel mese di febbraio e 326 nel mese di marzo». Un'escalation che ha registrato, dunque, un incremento del 31% dei casi a febbraio e del 20% a marzo. Sono 18 le Regioni che hanno segnalato casi, «ma l'87% si è verificato nelle seguenti cinque Regioni: Sicilia (403), Lazio (139), Calabria (68), Campania (50) e Lombardia (39) - sottolinea l'Iss - La Regione Sicilia ha riportato l'incidenza più elevata (31,9 casi/100.000 abitanti), seguita dalla Calabria e dal Lazio (13,8 e 9,4/100.000 rispettivamente). L'età media dei casi è stata pari a 25 anni. Sono stati segnalati 175 casi in bambini di età inferiore a 5 anni di età, di cui 61 avevano meno di 1 anno. Il 92% dei casi era non vaccinato al momento del contagio. E il 48% ha sviluppato almeno una complicanza e il 60% dei casi totali è stato ricoverato. Sono stati segnalati 38 casi tra operatori sanitari, di cui diciannove complicati», conclude l'Iss. E proprio il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi, in occasione della sua lectio magistralis dal titolo «30 anni di igiene ospedaliera al Policlinico Gemelli», ricorda che «un operatore sanitario su 10 è suscettibile al morbillo, mentre solo il 15% è vaccinato contro l'influenza. Sono pochi, pochissimi, è un dato sconcertante. Ma non è un problema solo dell'Italia, è un dato generale che determina una grandissima problematica, cioè che molto spesso i pazienti prendono le infezioni in ospedale dagli operatori. Sul morbillo, che può essere letale» per il professor Ricciardi «è impensabile che un neonato possa contrarlo da un'ostetrica non vaccinata». Casi sicuramente da escludere, almeno per ora, in Valle d'Aosta, Marche e Molise, fermi fortunatamente a zero contagi. Mentre «le rimanenti tredici Regioni hanno segnalato ognuna meno di 30 casi nel periodo considerato». In tutta Italia «dall'inizio del 2013 sono stati segnalati 11.291 casi di morbillo di cui 2.269 nel 2013, 1.695 nel 2014, 255 nel 2015, 861 nel 2016, 5.406 nel 2017». E proprio lo scorso anno la Regione Lazio, con i suoi 1699 casi, ha fatto registrare «il tasso d'incidenza più elevato (28,8 casi/100.000 abitanti), seguita dal Piemonte (14,3/100.000) e dall'Abruzzo (13,1/100.000)». Troppi focolai epidemici di morbillo che hanno fatto finire, per la prima volta, l'Italia nell'elenco dei Paesi «a rischio salute» per gli americani che intendono viaggiare all'estero. La black-list è quella indicata negli «Avvisi ai viaggiatori» dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, che mette in guardia i turisti statunitensi per usare precauzioni contro la malattia esantematica nelle trasferte in Italia sin dall'aprile del 2017. Un'annata nera che ha registrato il riacutizzarsi di questa malattia infettiva in tutto il continente europeo, dove si sono contati 30 morti e 14.451 casi, circa il 400% in più rispetto all'anno precedente, quando ne furono registrati 4.643. Ma i paesi dove l'epidemia si è manifestata più violentemente sono stati la Romania (5.560) e l'Italia (5.406).

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