L'allarme
Influenza record, colpiti quattro milioni di italiani
Quasi 4 milioni di italiani a letto con febbre alta e dolori articolari, una diffusione che, negli ultimi 15 anni, è paragonabile solo alle stagioni 2004-2005 e 2009-2010. Quest’anno l'influenza è da record, anche se il picco molto probabilmente è stato appena raggiunto, e forse, ma il condizionale è d’obbligo, il peggio è passato. Nell'ultima settimana si registra infatti una lieve flessione della curva epidemica: il che, scrivono gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità nel rapporto settimanale Influnet, «ci fa ben sperare che le ultime due settimane rappresentino il picco epidemico stagionale». Nella seconda settimana del 2018 si contano 832mila nuovi casi, che hanno portato il totale a 3 milioni 883mila italiani messi ko da dal virus. Il livello di incidenza è ancora «Molto Alto» ed è pari a 13,73 casi per mille assistiti. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 30,8 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 15,9. L’incidenza nei giovani adulti è pari a 13,8 e negli anziani a 7,8 casi per mille assistiti. In tutte le Regioni italiane il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti tranne in Friuli Venezia Giulia, Veneto e P.A. di Bolzano. Ma come mai quest’anno l’epidemia è così aggressiva? Il colpevole ha un nome esotico: Yamagata. È lui il nuovo ceppo virale che ha sorpreso gli esperti rivelandosi più virulento del previsto. Lo spiega all’Agi Fabrizio Pregliasco, virologo all’università di Milano, sottolineando che lo Yamagata tra l’altro era contenuto solo nel vaccino quadrivalente, non nel trivalente. «Ma il problema principale, come sempre - spiega Pregliasco - non è il vaccino, che fanno in linea di massima solo gli anziani o i soggetti a rischio, ma il boom tra i bambini, il cui sistema immunitario non era preparato a questa variante». Oltretutto un primo sbalzo di freddo si è avuto sotto le feste, «quando si hanno più occasioni di stare insieme e quindi si moltiplicano le probabilità di contagio». E come se non bastasse, anche una nuova variante dell’H1N1, lo stesso ceppo dell’ influenza A, ha «sorpreso» il sistema immunitario degli italiani. In ogni caso, precisa il virologo, «l’incidenza è alta, ma non vuol dire che questa influenza, come si sente dire, sia più aggressiva a livello di sintomi. I sintomi sono sempre quelli: febbre alta abbastanza repentina, dolori articolari, problemi respiratori, il tutto per qualche giorno. Chi dice erano anni che non stavo così male si vede che non aveva avuto la vera influenza, ma dei virus parainfluenzali che si diffondono prima e in parallelo con l’ influenza stagionale, che ogni anno ha gli stessi sintomi». Ora però il peggio è passato: «Proprio perché sono i bambini gli untori, noi virologi per capire l’andamento dell’epidemia guardiamo ai dati sulla loro fascia di età: e registriamo un calo, da due settimane. Il che significa che i diffusori del virus si stanno ammalando sempre meno, ora a cascata caleranno anche le altre fasce d’età».