Donne e lavoro
Una disoccupata su tre soffre di depressione
Una donna su tre senza lavoro soffre di depressione. Questo il risultato di una ricerca dell’associazione "Donne e qualità della vita" e del team di psicologi guidato da Serenella Salomoni, che spiega: «La disoccupazione per una donna non è soltanto un handicap profondo per la propria realizzazione. Una donna senza lavoro si sente doppiamente in colpa nei confronti dei figli, verso i quali non si sente talvolta in grado di soddisfare le loro esigenze materiali; ma anche nei confronti del marito». «In assenza di lavoro - prosegue la psicologa - a una donna viene meno l’indipendenza economica, portandola a sentirsi in difetto rispetto al coniuge, mettendo a rischio l’equilibrio della vita di coppia». Secondo gli psicologi del team, con il passare del tempo, «anche il benessere interiore è compromesso per via del senso di smarrimento provocato dalla mancanza di un impiego». Una piaga, quella della disoccupazione, che in Italia «colpisce il 12% delle donne, un valore in calo ma ancora tra i peggiori d’Europa, dopo Spagna, al 19%, e la Grecia, dove più di una donna su quattro è disoccupata. Inoltre, le donne in età lavorativa (15-64 anni) con un’occupazione, a giugno del 2017 hanno sì raggiunto il record del 49% ma sono ancora lontane dal 67% degli uomini che hanno un lavoro. Ma non solo depressione: una donna su tre, sempre secondo i ricercatori, è vittima di incubi notturni e sono molto frequenti anche attacchi di panico, avvertiti dal 17%. La disoccupazione può inoltre generare reazioni contraddittorie: il 23% del campione analizzato segnala sintomi di bulimia, mentre il 7% ha problemi di anoressia. Secondo la ricerca non è raro che, a causa della perdita del lavoro, possano nascere problemi di coppia. Non è inusuale il consumo di alcol per due donne sui tre e c’è anche chi cerca conforto nella droga. Le donne disoccupate sono inoltre forti consumatrici di social network, con in testa Facebook (23%), seguito da Instagram (18%), Twitter (13%) e Snapchat (5%), mentre il piccolo schermo si conferma una forte "ancora di salvezza". In media il televisore viene tenuto acceso per 5 ore al giorno e guardato per almeno due, con preferenza per programmi che affrontano i problemi delle donne.