OCULISTICA
Citicolina, la nuova arma contro il glaucoma
Si chiama "citicolina" la nuova speciale arma contro il glaucoma. Un recente studio ha mostrato infatti che l’utilizzo di questa molecola, già utilizzata per il trattamento di alcune patologie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, l’ictus e la demenza, insieme all’utilizzo di altri farmaci e all’esecuzione di trattamenti laser e chirurgici, può ridurre in modo rilevante la progressione della malattia nei pazienti glaucomatosi. In Italia un milione i soggetti è affetti da glaucoma, e il 20% di loro è esposto al rischio concreto di perdere completamente la vista. Di tutto questo si è parlato nell’incontro «Nuove armi nella terapia medica del glaucoma» che si è svolto oggi nella sala conferenze di Palazzo Theodoli a Roma. «Definito "il ladro della vista", il glaucoma - spiega il professor Stefano Miglior, dell’università degli studi Bicocca di Milano e presidente dell’Aisg - è la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati. Attualmente si cura attraverso farmaci in collirio, molto efficaci nel ridurre la pressione oculare, e con trattamenti laser e chirurgici. Nonostante ciò, un certo numero di pazienti glaucomatosi continua a peggiorare. Da qui la necessità di studiare una soluzione per rallentare la progressione della malattia, soluzione che sembra essersi trovata proprio nell’uso della citicolina». «La buona notizia - sottolinea a sua volta il professor Luca Rossetti, dell’Università San Paolo di Milano e coordinatore dello studio - è che l’uso della citicolina in soluzione orale, molecola già ampiamente conosciuta in medicina, può stabilizzare la progressione di questa grave malattia che colpisce la vista. L’età media in cui compare - conclude Rossetti - è tra i 60 e i 70 anni e per prevenirla è necessario verificare anche se ci sono stati altri casi in famiglia». Visti i promettenti risultati il ministero della Salute ha recentemente autorizzato la registrazione con indicazione glaucoma di una formulazione a base di citicolina in soluzione orale, classificandola come «Afms», cioè «Alimento a fini medici speciali». Si tratta del primo neuroprotettore indicato per il trattamento dei pazienti glaucomatosi. Nel corso dell’incontro si è anche sottolineato che in presenza di glaucoma non viene danneggiato il solo nervo ottico, ma l’intera via ottica viene coinvolta in un processo neurodegenerativo: sono quindi riscontrabili danni a carico di strutture cerebrali che non sempre sono collegate solo alla vista.