LA CIRCOLARE REGIONALE
Nel Lazio è allarme morbillo, attenzione ai viaggi. Ecco i Paesi a rischio
È allarme morbillo nel Lazio, dove in meno di 3 mesi si sono registrati il triplo dei casi dell'intero 2016. A essere colpiti soprattutto i giovani adulti, tra i 15 e i 39 anni. E tra le persone che si sono ammalate non mancano medici e infermieri. La stragrande maggioranza dei pazienti non si era vaccinata. A denunciare l'aumento dei casi il Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive (Seresmi), che ha inviato una circolare a tutti i responsabili di ospedali, Asl, Irccs, centri vaccinali e, per conoscenza, ai sindacati medici, con le indicazioni per la sorveglianza e il controllo dell'infezione. Dall'analisi preliminare delle segnalazioni pervenute al Servizio regionale, nel periodo che va dal 1 gennaio al 19 maro 2017, «sono stati segnalati 312 casi rispetto ai 107 casi complessivi segnalati nel corso dell'anno 2016. La classe di età più rappresentata è quella dei giovani adulti (15-39 anni), corrispondente al 61,5% dei casi. Fra le segnalazioni si registrano 27 casi (8,7%) in operatori sanitari. Delle 221 segnalazioni di cui si conosce lo stato vaccinale, l'89,6% non risulta vaccinato». Il servizio regionale sottolinea che «il 31,4% delle segnalazioni ha presentato almeno una complicanza: insufficienza respiratoria, epatite, trombocitopenia ed encefalopatia». Questo aumento dei casi, si sottolinea dalla Regione,« trova conferma a livello europeo: il Centro europeo per il controllo delle malattie riporta un incremento di casi e la presenza di focolai epidemici in diversi Paesi europei: Romania, Francia, Irlanda, Germania, Inghilterra, Galles e Austria. In particolare, in Romania è in corso un epidemia iniziata alla fine del settembre 2016 che al 10 marzo 2017 conta 3.466 casi». Tra le raccomandazione del Servizio regionale, quella ai medici di segnalare tempestivamente (entro 12 ore) i casi sospetti alla Asl. In particolare ai medici di famiglia e ai pediatri si raccomanda di limitare il ricorso al pronto soccorso ai soli casi con segni di complicanze, mentre le persone con febbre e rush vanno visitate a casa. Alle strutture sanitarie, invece, si raccomanda di fornire materiale informativo e di approntare aree e percorsi dedicati. «Tenuto conto della situazione epidemiologica attuale», si legge nella circolare «si raccomanda la massima attenzione alla messa in atto tempestiva delle misure di controllo. È essenziale pertanto: isolare i casi durante il periodo infettivo (da 4 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa del rash); identificare altri casi nella comunità; identificare tempestivamente i contatti e proteggere gli individui suscettibili nella comunità attraverso la vaccinazione». Il Servizio regionale di sorveglianza delle malattie infattiva ricorda poi che «la vaccinazione Mpr è efficace nella profilassi post-esposizione a un caso di morbillo, se eseguita entro 72 ore dal contatto; si raccomanda quindi di eseguire, per ogni caso di morbillo segnalato, la ricerca dei contatti suscettibili e la loro vaccinazione entro 72 ore secondo le indicazioni del Piano regionale prevenzione vaccinale attualmente in vigore». La vaccinazione è raccomandata in particolare «ai viaggiatori suscettibili ce si recano in zone endemiche, tra le quali la Romania».