Anestesisti rianimatori italiani in prima linea per le emergenze
Mamma nonostante tutto. È il caso di Rosa Prioli, affetta da una grave insufficienza respiratoria (ARDS) da virus H1N1 e che ha portato avanti parte della gravidanza fino al taglio cesareo in circolazione extracorporea (ECMO), presso il Policlinico Umberto I di Roma. Una storia che “offre l’occasione per ribadire come gli Anestesisti Rianimatori Italiani siano sempre in prima linea per il trattamento di patologie estreme a rischio di vita. I casi di grave insufficienza respiratoria da H1N1 trattati con l’ECMO in Italia durante l’inverno scorso sono stati numerosi”, racconta Massimo Antonelli, presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI). IL CASO - “Nel 2009, durante la prima pandemia da H1N1, è stata istituita la rete nazionale ECMO con un accordo Stato Regioni che vede 14 Centri di Rianimazione in tutta Italia in grado di assicurare la terapia delle forme più gravi di insufficienza respiratoria con la circolazione extracorporea, utilizzando la tecnica originariamente proposta in Italia dal Prof. Gattinoni del Policlinico di Milano e dal Prof. Pesenti del S. Gerardo di Monza, già all’inizio degli anni 80. Caso analogo a quello del Policlinico Umberto I si era già verificato nel 2009 presso il Centro di Rianimazione del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, ospedale anch’esso parte della rete Nazionale. La paziente allora aveva potuto concludere la propria gravidanza e partorire naturalmente dopo essere stata sottoposta al trattamento extracorporeo per la stessa grave insufficienza respiratoria da H1N1. La mamma oggi sta bene e la bambina ha ora sei anni e frequenta regolarmente la prima elementare”, conclude il presidente della SIAARTI.