Vandetanib, la molecola che blocca il tumore midollare
Tre generazioni, un manifesto e dei messaggi positivi capitanati da una certezza: il carcinoma midollare della tiroide non è più un tumore invincibile. Meito di una pillola che va a bersaglio. I maggiori esperti italiani si sono dati appuntamento a Milano per battezzare una nuova era nella terapia del tumore midollare, in occasione dell'arrivo del nostro Paese di Vandeltanib: il nuovo farmaco, sviluppato da AstraZeneca, è la prima cura approvata per il trattamento di questa rara forma di tumore che colpisce ogni anno 200 italiani e 2400 persone in Europa. Sono bastati sedici mesi per registrare questa unica molecola e dar scacco alla lesione cancerosa. Se fino a ieri, l'unica soluzione contro il carcinoma midollare era l'asportazione dell'intera ghiandola tiroidea, dal 28 giugno basta una prescrizione medica e una scoperta che parla soprattutto in italiano. "Per le diagnosi tardive, in caso di malattia in fase avanzata o metastatica, non avevamo a disposizione cure valide, anche perché chemio e radioterapia hanno dimostrato di essere inefficaci", commenta Rossella Elisei, professore associato del Dipartimento di Endocrinologia dell`Università di Pisa. Oggi invece basta una pillola per trasformare di fatto un tumore in una malattia cronica: il paziente ci deve convivere, visto che il farmaco "blocca" le cellule cattive. "La terapia con Vandetanib - aggiunge Elisei - richiede l`assunzione di una compressa al giorno, non implica ospedalizzazione e puo` essere seguita direttamente da casa". Una cosa imoensabile tre generazioni fa, perché tanto è bastato alla ricerca medica e farmacologica per cambiare la storia naturale di un tumore raro che fino a pochi anni fa aveva ben poche possibilita` di cura. Fatto salvo che in 1 caso su 4 si trasmette geneticamente, occorre tenere presente che la diagnosi parte quando si viene a scoprire un nodulo alla tiroideche, solo nel 5% dei casi, è maligno. Dall`alterazione della calcitonina, scatta poi il campanello di allarme. L'errore di diagnosi, in centri selezionati e con esperienza e` praticamentenullo. Va detto però che non tutti i pazienti sono uguali: ci sono pazienti dove lamalattia è ancora "dentro" la tiroide, un altro in cui è confinata ancora "nel collo" e un terzo gruppo che arriva tardivamente alla diagnosi. In questo caso, la malattia richiede una terapia sistemica, raggiungendo tutte le cellule del corpo colpite dal tumore. In tutto questo, il manifesto del tumore midollare della tiroide sensibilizza sulla scoperta e sull`iter diagnostico. Nei dieci i punti, gli elementi per conoscere e riconoscere il killer. Istituendo un registro nazionale e una rete di centri di riferimento; rendendo i pazienti piu` informati e consapevoli; diffondendo il messaggio positivo che questa malattia non è più invincibile; partendo dal concetto che l`unione dei pazienti fa la forza; e che ervono pazienti piu` informati e consapevoli. Un'altra novità tutta italiana è che ogni regione può scegliere se "prendere" la terapia. Confidando nella speranza che Vandetanib venga utilizzato per curare anche altri tumori, non ci resta che fare prevenzione mediante ecografia e un prelievo di sangue per vedere il dosaggio della calcitonina.