Endometriosi, arriva la prima terapia a base di Dienogest
Crampi addominali, mestruazioni abbondanti, infertilità inspiegata nelle donne che cercano figli. “Sono tutti sintomi dell’endometriosi, una malattia che ha una grande interferenza sulla qualità della vita determinando anche disturbi del sonno (81%), influenze negative sul lavoro (79%), rapporti sessuali dolorosi se non impossibili, con conseguenze sul rapporto di coppia (77%) e, naturalmente, influenza negativa sulla propria vita sociale (73%)”, spiega il dottor Pierfrancesco Maggiora Vergano, specialista in ginecologia e ostetricia dello staff Gineva a Roma. Nel nostro paese, questa malattia invalidante colpisce 3 milioni di donne, soprattutto tra i 25 e i 34 anni. Per avere una diagnosi precisa a volte passano tra i sette e i nove anni. Ma la ricerca è in grado di dare una risposta rapida e convincente alle necessità delle pazienti. “Da oggi è disponibile in Italia la prima terapia a base di Dienogest – spiega il prof. Felice Petraglia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Siena –: l’unico progestinico orale studiato e messo in commercio con l’indicazione per il trattamento della patologia, con profili di tollerabilità e sicurezza che ne permettono l’impiego a lungo termine. Lo ha dimostrato un lavoro multicentrico europeo, coordinato dal policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e pubblicato nel 2012 su Archives of Gynecology and Obstetrics. Sono state coinvolte 168 pazienti che avevano già completato un trattamento di 3 mesi con Dienogest (2mg al giorno), arrivando a ben 65 settimane in totale, senza registrare particolari problematiche. L’efficacia clinica è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollievo dal dolore e riduzione delle lesioni. La molecola attenua i sintomi senza significativi effetti collaterali da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea. Dopo vent’anni di attesa disponiamo finalmente di un rimedio efficace e specifico per l’endometriosi, che per le sue caratteristiche potrebbe diventare il farmaco di riferimento per questo disturbo”. La patologia è caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori dell’utero: il tessuto che riveste l’utero migra in altre sedi del corpo e risponde al naturale ciclo mestruale, infiammandosi periodicamente. Sette pazienti su 10 presentano manifestazioni tipiche già da adolescenti. Intervenire in tempo è fondamentale: il 50% delle donne che non riesce a procreare soffre infatti di endometriosi, una delle prime cause di infertilità. “La chirurgia va limitata a determinate situazioni e presenta comunque recidive in un caso su due – aggiunge il prof. Luigi Fedele, Direttore del Dipartimento della donna, del bambino e del neonato Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano e Presidente del XX convegno clinico della Società Italiana della Riproduzione (SIDR), in chiusura oggi a Milano – e finora siamo intervenuti prescrivendo farmaci non specifici per la riduzione dei sintomi o con schemi approvati per la patologia, che presentano però effetti collaterali importanti e sono utilizzabili al massimo per 6 mesi. Ora sappiamo come intervenire e dobbiamo sforzarci per giungere ad una diagnosi precoce. Secondo uno studio americano, il 47% delle pazienti deve consultare addirittura cinque clinici prima di dare una risposta al proprio malessere. Questo gioca molto sulla qualità di vita della donna e influisce anche sul risultato della terapia”.