"Non fare autogol", la campagna anti-cancro arriva nella Capitale
Una corsa contro il cancro. Per fare prevenzione e battere i tumori. Per convincere quel laziale su cinque tra gli 11 e i 15 anni che è totalmente sedentario. Con ragazze a rischio sovrappeso per colpa di uno stile di vita sbagliato e Luca Marchegiani, ex portiere e capitano della Lazio, in cattedra questa mattina davanti a oltre 200 studenti dell’Istituto “Salvemini” di Roma per la diciannovesima tappa della campagna itinerante “Non fare autogol”. “Noi sportivi sappiamo bene quanto una vita all’insegna dell’attività fisica sia essenziale per stare bene! Oggi sono qui per farlo capire anche a voi. Ragazzi, non sprecate il vostro tempo libero con tv o computer e dateci dentro con lo sport! Ne va della vostra salute. E ricordate che non è mai troppo tardi per avvicinarvi a una disciplina sportiva”, ha detto l’ex capitano biancoceleste, spiegando come le regole dello sport valgano anche per battere i tumori. “La prevenzione del cancro passa sempre di più dagli adolescenti – afferma il prof. Giuseppe Tonini, Direttore della Divisione di Oncologia Medica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma –: pochissimi sanno che adottare un corretto stile di vita, fin da una giovane età, mette al riparo l’organismo dall’insorgenza di malattie e disturbi. La sedentarietà è uno degli aspetti più importanti: nella nostra Regione il 20% dei giovani tra gli 11 e i 15 anni è totalmente sedentario e complessivamente solo il 14% svolge attività fisica quasi tutti i giorni (6 o più giorni la settimana). Un problema che riguarda in modo particolare le ragazze: il 15% delle laziali (contro la media nazionale del 12%) è in sovrappeso od obesa. Una vita all’insegna del movimento, invece, è fondamentale per il nostro organismo, perché le persone sedentarie hanno il 30% di probabilità in più di ammalarsi. Sensibilizzare e informare i teenagers su questi aspetti ha quindi un ruolo fondamentale”. Per ribadire il concetto al fianco di AIOM si sono schierati la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CONI, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI). “I tumori sono secondi solo alle malattie cardiovascolari come numero di decessi – aggiunge Tonini –, ma rappresentano la principale causa di anni di vita persi, poiché insorgono in età più giovane. Si tratta in ogni caso di malattie in cui la prevenzione può fare la differenza. È questo il principale obiettivo della campagna ‘Non fare autogol’, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare importanti messaggi di salute”. Un progetto innovativo che fino al termine del campionato coinvolge tutte e 20 le squadre del campionato di calcio di Serie A. Un “Tour della prevenzione” in 16 città, con i più importanti calciatori del nostro torneo: da Nocerino a Chiellini, da Diamanti a Destro, con il CT della Nazionale Italiana Cesare Prandelli. “Per noi sportivi è un onore partecipare a iniziative così importanti – dichiara Marchegiani –, perché in questo modo possiamo rappresentare un modello positivo per i più giovani”. Nel 2010 l’incidenza di tutti i tumori nel Lazio è stata di 26.011 (in aumento rispetto al dato di 25.745 del 2009), con 11.393 decessi (in calo rispetto al dato di 11.471 del 2009). Sempre nel 2010, le persone viventi colpite in passato da una neoplasia erano 201.262 (in aumento rispetto al dato di 194.984 registrato nel 2009). Il progetto Non fare autogol può contare su un importante versante online per raggiungere tutti gli studenti italiani: dalle pagine facebook (http://www.facebook.com/NonfareAutogol) e twitter (http://twitter.com/NonFareAutogol) al sito internet www.nonfareautogol.it, dove gli studenti possono partecipare al “Quiz della salute”: 15 domande sui 7 autogol del proprio benessere, i comportamenti dannosi più diffusi tra i giovani. In occasione di ogni tappa, tra i ragazzi che hanno totalizzato il miglior punteggio, viene estratto un vincitore che ritira un premio direttamente dalle mani del campione di serie A. “Il cancro colpisce di più le Regioni settentrionali (+30%) rispetto al Sud – conclude Tonini –, ma complessivamente nel nostro Paese migliorano le percentuali di guarigione. Il 61% delle donne e il 52% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, che consentono di individuare la malattia in uno stadio iniziale, alla maggiore efficacia delle terapie ma anche alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione oncologica, come il nostro progetto Non fare autogol”.