Sabaudia Film.Com
Simona Izzo: "Troppe poche registe. È ora che il cinema dia spazio alle donne"
«Siamo ancora troppo poche noi registe. E nella commedia facciamo ancora più fatica. Ma è bene capire il perché e se c' è un modo per facilitare il nostro compito». Alla guida insieme al marito Ricky Tognazzi del SabaudiaFilm.Com, Simona Izzo ha deciso di puntare i riflettori di questa edizione del Festival della commedia italiana - patrocinata dal Comune di Sabaudia - sul ruolo della donna nella settima arte. Ecco perché domani, subito dopo la proiezione alle 17.30 nel teatro Fiamme Gialle di «Dramma della gelosia» di Ettore Scola, si terrà il dibattito «La condizione del cinema femminile e della commedia in Italia». Presenti oltre alla direttrice artistica della kermesse anche Silvia Scola, Stefania De Caro e Karin Proia. «Mi hanno ispirata le 82 donne che a Cannes hanno sfilato per rappresentare il numero di film realizzati da registe e selezionati alla kermesse francese in 71 edizioni - dice a Il Tempo Simona Izzo nel nostro incontro all' hotel Oasi di Kufra - Le scuole di cinema sono fre quentate più da donne, anche se poche arrivano a fare film. Quello della regia è sempre stato un settore maschile. Il primo film realizzato da una donna fu fatto con gli scarti della pellicola di un film dei fratelli Lumiere. Ma in Italia abbiamo registe che si sono imposte: Wertmüller, Cavani, Archibugi, le sorelle Comencini. Fatichiamo molto anche nella commedia e a far ridere. Se una battuta sul sesso la fa una donna, risulta sboccata. Anna Marchesini, Lella Costa e Sabina Guzzanti hanno saputo esprimere la loro comicità senza paura». Pensando alle attrici che si sono contraddistinte in Italia, la Izzo non può non ricordare Monica Scattini, scomparsa tre anni fa, al quale il SabaudiaFilm.Com dedica un premio che sarà consegnato sabato a Sabrina Impacciatore. «Monica vinse un David di Donatello con il mio film "Maniaci sentimentali" - ricorda con commozione la regista - Mi fa sempre emozione parlare di lei, che è venuta a mancare ad appena 59 anni per un melanoma. Io ho ereditato i suoi cani. E' stata un' attrice comica audace, che ha lavorato con Scola e Monicelli e a tea tro ha avuto il coraggio anche di interpretare una transgender». Per la direttrice del festival - che in questo momento sta lavorando con il marito a una fiction per Mediaset con Sabrina Ferilli, oltre a una serie sulla prostituzione - è stata la televisione, più che il cinema, a premiare le donne. «In tv si possono affrontare tematiche legate alla femminilità, all' amore, alla violenza sulle donne. Un tema molto sentito quest' anno vista la nascita dei movimenti metoo. Il sesso, purtroppo, è sempre stato merce di scambio. In Italia si parlava del "divano del produttore" o di quello dell' imprenditore. Penso, però, alle donne comuni che non denunciano per non perdere il lavoro. Ciò che è successo spero faccia da monito ai maschi predatori. Gli americani sono punitivi. Hanno cancellato carriere. Da noi non è successo. C' è stata più tolleranza. Ma le donne ora si possono sentire più forti. Negli anni Settanta si diceva "O me la dai o scendi". Oggi possiamo rispondere "Se me la chiedi, ti denuncio". Basta trovare il coraggio di dirlo».