la lettera

Il Natale di Roma a rischio: il Comune eviti la damnatio memoriae

Gianluca Dodero

Abbiamo ancora negli occhi la rievocazione delle Idi di Marzo, con Cesare morente nella curia di Pompeo e poi osannato per l’ultima volta dal popolo furente e commosso durante il funerale di Stato concesso dal Senato. Sembra impossibile oggi dover leggere l’accorata e preoccupante lettera rivolta ai romani da parte del Gruppo storico romano -  prezioso custode di tradizioni e storie dell’antica Roma e animato da passione e competenze indiscusse - riguardo il rischio dell’annullamento della rievocazione del Natale di Roma. Riportando un estratto della lettera del Gruppo, “la manifestazione, che ormai da quasi un ventennio ha emozionato, intrattenuto e entusiasmato centinaia di migliaia di persone, giovani, turisti, famiglie e curiosi, senza contare i migliaia di rievocatori provenienti da ogni angolo del mondo, non ha incontrato quest'anno il sostengo delle istituzioni pubbliche”. Sostegno di che tipo? Ecco chiarito il punto: ”Quest'anno l'amministrazione di Roma Capitale ha deciso di non dare più quel sostegno sul quale contavamo ogni anno. Di che sostegno stiamo parlando? I costi di noleggio delle transenne per delimitare l'area esibizioni e del noleggio dei servizi sanitari mobili. L'amministrazione del Comune di Roma, che ogni anno sosteneva soltanto con questo piccolo gesto (seppur utile) l'evento che forse è il più simbolico e sentito per tutti i cittadini romani, ha deciso che, per quest'anno, le spese suddette saranno a carico della nostra associazione". Secondo il Gruppo storico, le motivazioni ufficiali del mancato sostegno dell’amministrazione starebbero nell’impossibilità di gestire l’accavallamento di eventi impegnativi con le ricorrenze religiose (quest'anno il Natale di Roma cadrebbe lo stesso giorno della Santa Pasqua). Quindi mi state dicendo che Roma Capitale non è in grado di gestire due eventi così cruciali, simbolo per eccellenza della propria storia? Proprio quella macchina amministrativa che dovrebbe rappresentare e servire oltre duemila anni di storia che fondano la propria Auctoritas sul passaggio di consegne tra l’impero dei Cesari e quello dei Papi? Invece di gioire di questa coincidenza, per poter ribadire al mondo la nostra unicità, invece di investire sulla nostra capacità attrattiva, si tira indietro? Indecoroso! Auspichiamo che il Comune si ravveda e non insulti centinaia di migliaia di romani che pretendono di poter celebrare una data così importante in modo adeguato, e nel nostro caso specifico con la rievocazione del Natale di Roma ad opera di chi lo fa più che egregiamente da quasi vent’anni. Siamo certi di un ravvedimento intelligente e doveroso da parte di chi rischia la legge del contrappasso; non consentendo la rievocazione del Natale di Roma, infatti, il Comune si renderebbe protagonista involontario di un altro celebre fenomeno tipicamente romano: la damnatio memoriae di chi compie qualche scempio.