C'era una volta il Carnevale romano
Il Carnevale Romano era un evento che altro che Viareggio o Venezia. Purtroppo è andata persa la valenza di questa tradizione a partire dall'avvento dello Stato unitario italiano. Per i Romani era la festa più sentita, che ha chiare origini pagane ma che grazie alla commistione con gli elementi religiosi ( a maggior ragione nello Stato Pontificio) assumeva i connotati di unicità, specchio della città stessa. Basti pensare che lo Stato Pontificio aveva seri problemi di ordine pubblico e di decoro, perchè dopo la sera "dei moccoletti", che sanciva la fine del Carnevale e l'inizio della Quaresima, la maggior parte della popolazione era ubriaca e non poteva assistere alle funzioni religiose. Il segreto del nostro carnevale era il mix tra rigorosa liturgia (Corsa dei Berberi, sfilata delle maschere a Via Lata) e totale spontaneismo, e si produceva un clima di euforia non concepibile ai giorni nostri. Un po' quello che portava al clima orgiastico dei Saturnalia, o al sovvertimento di ogni ordine sociale. Il tema è che questa atmosfera, concentrata in un lasso di tempo specifico, aspettata per un intero anno, è andata perduta nei suoi elementi positivi, ma è stata mantenuta per quelli negativi. E' come se vivessimo in un eterno Carnevale che non prevede più risate, euforie, anche quella sana incoscienza sopportabile per un po' di ore. Prevede incompetenza istituzionale, ignoranza delle più basilari tradizioni, sciatteria, disinteresse, apatia. Lato rappresentanti dei cittadini ma anche lato cittadinanza stessa. Sarebbe doveroso per una amministrazione comunale divulgare tale patrimonio storico e culturale attraverso forme moderne; sarebbe bellissimo e forse utopico far rinascere il Carnevale Romano. Ma a Roma in fondo tutto è possibile…