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Mille taxi in arrivo, graduatoria pubblicata tra ritardi e l'incubo ricorsi

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Martina Zanchi
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Sono passati quasi vent’anni dall’ultimo concorso con cui il Comune di Roma ha rilasciato mille licenze per i taxi. Era il 2006 e il sindaco era Walter Veltroni. Per questo l’approvazione della graduatoria definitiva del nuovo bando, indetto lo scorso anno, più che di una normale procedura amministrativa ha il sapore di un evento generazionale. Il via libera alla delibera ingiunta è arrivato martedì e le graduatorie stilate, una per 800 licenze ordinarie e l’altra per 200 specifiche per il trasporto disabili, ricalcano di fatto quelle provvisorie uscite a novembre. Tre mesi fa la pubblicazione aveva scatenato un vespaio trai candidati delusi e ci sono già stati i primi ricorsi al Tar, mentre altri sono ancora solo annunciati, ma c’è da scommettere che chi è rimasto con un pugno di mosche in mano continuerà a dare battaglia.

Intanto però dal Comune stanno per partire le prime Pec indirizzate ai vincitori del concorso, che ora hanno 60 giorni di tempo per presentare le garanzie finanziarie, visto che le licenze sono a titolo oneroso: 75.500 euro per quelle ordinarie e 52.800 per quelle dedicate ai disabili. Entro 90 giorni invece dovranno comprare la vettura e poi inizieranno a lavorare. Ma se faranno prima, spiegano fonti dell’assessorato alla Mobilità, riceveranno l’autorizzazione subito. Tanto che l’auspicio del Campidoglio è riuscire a rilasciare le prime licenze per aprile, quando inizieranno i grandi eventi del Giubileo. Qui si arriva al primo nodo del bando «targato» sindaco Gualtieri e assessore Patanè.

Ad aprile scorso, nella sede della Stampa estera, il primo cittadino aveva annunciato mille licenze taxi permanenti prima dell’inizio del Giubileo, più quelle per gli Ncc. Per queste ultime si parlava di duemila titoli ma del bando ancora non c’è traccia. Le licenze per le auto bianche invece arriveranno, ma a Giubileo ormai inoltrato. Poco male, rispondono i tassisti, visto che secondo la loro esperienza i pellegrini non usano il taxi e, anzi, in questi giorni il lavoro non ferve. «I clienti che spendono stanno evitando Roma proprio perché hanno paura che, con il Giubileo, ci sia la ressa», sostiene un tassista fermo a largo Chigi. 

Accurata o meno che sia questa ricostruzione, prima di tre mesi sarà comunque difficile assistere a un significativo aumento di auto bianche in circolazione. E pensare che l’Autorità di regolazione trasporti,in un parere rilasciato a maggio, stimava per la Capitale un fabbisogno non di altri mille, bensìdi 2.330 taxi. La graduatoria approvata martedì comunque resterà valida per tre anni e si potrà scorrere, se qualcuno dovesse rinunciare. Secondo quanto raccolto da Il Tempo, infatti, non sono pochi coloro che ci stanno pensando, scoraggiati soprattutto dal dover ricorrere a prestiti o mutui per pagare il Comune e i colleghi.

Già, perché se il 20% degli introiti verrà incassato da Roma Capitale, il restante 80% sarà distribuito tra i tassisti oggi attivi. Il conto, seppure a spanne, è presto fatto. Con l’assegnazione di tutte le licenze l’incasso totale dovrebbe essere di 70,96 milioni. Di questi, circa 14,2 spettano al Comune e 56,77 alla categoria. Considerando le circa 7.800 licenze oggi attive nella Capitale, si arriva a poco più settemila euro per ogni tassista. Questo è l’aspetto della storia che più fa arrabbiare i sostituti alla guida, coloro cioè che guidano un taxi pagando l’«affitto» della licenza al titolare. Hanno provato in tutti i modi a chiedere al Comune di eliminare o quantomeno ridurre, per loro, il costo della licenza, ma sono riusciti solo a ottenere circa 5 punti in più al concorso.

E poi c’è il nodo più spinoso. Quello dei 700 candidati che hanno aderito all’«opzione 3» del bando. Erano certi di essersi proposti sia per la licenza ordinaria sia per quella dei disabili, invece il Comune ha interpretato il bando considerandoli delle riserve. E infatti ne sono stati «pescati» giusto 106 per arrivare alle 200 licenze desiderate per il trasporto disabili. C’è però un problema, ovvero che 56 diloro sono esclusi dall’assegnazione nonostante abbiano ottenuto un punteggio più alto di altrettanti vincitori di licenza ordinaria. Il Campidoglio per ora tira dritto, ma come finirà la storia lo stabilirà probabilmente il Tar, visto che «quelli dell’opzione 3» si stanno organizzando per presentare un maxi ricorso

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