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Circo Massimo, l'Aventino chiede lo stop ai concerti: "Rischi per le nostre case"

Martina Zanchi
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Dopo l’«affaire» Capodanno, il Circo Massimo torna al centro delle polemiche. Stavolta a causa di un esposto presentato ai carabinieri dall’imprenditore Pieralessandro Olivieri,presidente dell’associazione Amici dell’Aventino. I residenti di uno dei quartieri più esclusivi della Capitale chiedono infatti al Campidoglio di fare un passo indietro sulla rassegna estiva di concerti annunciata dall’assessore ai Grandi eventi, Alessandro Onorato. A preoccuparli sono gli eventuali rischi per le loro case, collegati alle vibrazioni, e che il colle venga invaso dalle auto per tutta l’estate.

Gli «oltre 12 appuntamenti già in programma» su una «straordinaria arena modulabile» (così l’ha descritta l’assessore) hanno spinto i residenti a chiedere di vietare nei giorni degli eventi transito e sosta sull’Aventino a chi non ci vive e a ricordare al Comune le vibrazioni prodotte dal concerto di Travis Scott, nel 2023, e percepite a chilometri di distanza. Quell’episodio causò frizioni tra Campidoglio e Soprintendenza statale, che temeva per i beni archeologici, ma secondo gli abitanti il pericolo è anche per l’integrità delle loro case. A sostegno di questo, nell’esposto inviato anche al Comune ricostruiscono il contenuto di un incontro avvenuto pochi mesi dopo il live del rapper americano.

Il 6 dicembre 2023, scrivono, oltre alla Sovrintendenza e all’assessore Onorato c’era anche un tecnico dell’ufficio capitolino Rischi geologici. Sotto la lente la presenza di cavità sotterranee, «come confermato dallo stesso Ufficio», e i «numerosi cedimenti più o meno gravi che si sono verificati sul colle Aventino negli ultimi decenni, alcuni dei quali hanno coinvolto strade e persino abitazioni private». Fatti che, peraltro, si sarebbero verificati «in epoche in cui l’utilizzo del Circo Massimo per grandi eventi era pressocché nullo». Invece di recente i concerti si sono moltiplicati.

Un fatto positivo per la città e di cui il Comune sottolinea il grande successo di pubblico e le ricadute economiche. Tutt’altro però è il punto di vista di chi vive sull’Aventino, in case il cui prezzo si aggira tra i nove e i 10 mila euro al metro quadrato. «Come spiegatoci dal dottor Ferri (dell’ufficio Rischi geologici, ndr) e confermatoci da altri geologi successivamente interpellati - prosegue l’esposto - a seconda della loro profondità le cavità possono attutire o addirittura amplificare le vibrazioni».

Poi il monito: «Riteniamo sin d’ora che l’Amministrazione capitolina assuma su di sé ogni responsabilità connessa alla possibilità che si verifichino danni strutturali al patrimonio archeologico/monumentale e/o immobiliare dell’Aventino - scrivono - inseguito a grandi eventi tenuti al Circo Massimo». Il Campidoglio è avvisato.

Intanto l’assessorato fa sapere che i concerti si svolgeranno come previsto e che è in corso un monitoraggio sugli effetti delle vibrazioni sull’Aventino. A occuparsene sono l’Ingv e il Politecnico di Torino. «Permettere concerti di grandi artisti, nel rispetto delle prescrizioni della Sovrintendenza capitolina, è un’opportunità - afferma l’assessore Onorato - Capiamo i disagi di alcuni residenti, ma dobbiamo considerare l’interesse collettivo. Li abbiamo incontrati, siamo venuti incontro ad alcune richieste ma loro non vorrebbero proprio nulla al Circo Massimo». Poi l’accento sui numeri: «In tre anni, per l’occupazione di suolo pubblico dai grandi concerti abbiamo incassato 3,3 milioni. Soldi destinati alla Sovrintendenza per la tutela dei beni storici e archeologici».

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