
Roma, pellegrini senza wc pubblici: la metà sono ancora chiusi

La Capitale è la seconda città più estesa d’Europa, dopo Londra, ma dispone solo di 57 bagni pubblici di cui 30 attivi, 17 chiusi e otto in fase di ristrutturazione. Il dato risalta ancora di più se si compara la Città eterna con altre metropoli europee: Parigi conta 435 «vespasiani», Madrid 130 e Vienna 200, nonostante abbiano una superficie inferiore. Un dato che pone interrogativi soprattutto a Giubileo iniziato, quando sono attesi oltre 30 milioni di pellegrini a fronte di servizi igienici carenti. A presentare questi dati è il dossier illustrato ieri da Forza Italia in base all’ultimo report dell’associazione «Ripensiamo Roma». Per tutto gennaio, infatti, i volontari dell’organizzazione hanno effettuato 36 ispezioni per verificare funzionalità e fruibilità dei bagni pubblici capitolini.

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La situazione emersa è critica: i servizi sono concentrati quasi esclusivamente nel centro storico, lasciando le periferie prive di strutture adeguate. Alla conferenza hanno partecipato Luisa Regimenti, segretario di Forza Italia Roma; Rachele Mussolini, capogruppo di FI in Campidoglio; Francesco Carpano, consigliere capitolino, e Donato Bonanni, presidente di Ripensiamo Roma.
Presente anche Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, che ha lanciato il simpatico slogan «Turisti e cittadini liberi dal bisogno». Tra i punti più critici evidenziati nel dossier c’è la gestione del dipartimento capitolino Tutela Ambientale, che dal 2016 ha in carico buona parte dei servizi igienici, in muratura e situati in parchi e ville. Secondo il report, infatti, quasi esclusivamente i bagni gestiti dalla società esterna P.Stop srl e da Zètema, per conto del dipartimento Turismo, risultano in condizioni accettabili. Risultano da adeguare anche quelli dei mercati rionali, che Forza Italia attribuisce alla competenza municipale.

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Con la delibera di giunta capitolina del 20 giugno 2024 sono stati stanziati circa tre milioni di euro per la riqualificazione dei servizi igienici pubblici, una cifra insufficiente secondo l’associazione. Dei 57 bagni presenti poi, 11 sono strutture autopulenti installate per il Giubileo del 2000 e attualmente in stato di abbandono. Nei mesi scorsi si era parlato della loro demolizione, ma nulla è stato fatto.
Diverso il discorso per i servizi igienici del Colosseo, di cui era prevista la chiusura per trenta giorni a novembre, ma ancora inaccessibili. Anche i bagni di largo Porta Cavalleggeri, dietro il Vaticano, dove erano previsti lavori a ottobre risultano ancora chiusi. «Il Giubileo è accoglienza, non solo servizi igienici, ma il numero dei bagni aumenterà», replica l’assessorato capitolino all’Ambiente, garantendo comunque una riapertura completa entro il primo trimestre del 2025. Lo sblocco sarebbe comunque questione di dettagli, come lo snellimento delle procedure di pagamento attraverso l’introduzione del Pos ai tornelli. Quanto alla questione Colos.
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