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Il liceo ebraico di Roma si sposta all'ex Rialto. La sinistra attacca il Comune

Martina Zanchi
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Con la concessione alla Comunità ebraica, che lo ristrutturerà per aprire un liceo, inizia una storia nuova per l’ex Rialto al civico 4 di via Sant’Ambrogio, che negli anni passati è finito in pieno nello scandalo Affittopoli, sollevato da Il Tempo, ed è stato «piegato» dalla richiesta di un affitto a canone di mercato avanzata dall’allora commissario, Francesco Tronca, secondo il quale nel locale di proprietà comunale non si svolgevano solo attività culturali ma anche commerciali. Di fatto comunque da anni dopo lo sgombero l’immobile, che si trova nel Quartiere ebraico, è rimasto inutilizzato. Mercoledì però l’Assemblea capitolina ha approvato quasi all’unanimità, con 24 voti a favore, la concessione trentennale alla Comunità, che si è impegnata a ristrutturarlo con 8,5 milioni di fondi di sponsor privati.

«Quasi» all’unanimità, come si diceva, perché al momento del voto è arrivata l’astensione del gruppo di Roma Futura. I consiglieri Giovanni Caudo e Tiziana Biolghini, infatti, hanno giudicato «non inclusivo e non aperto» il percorso decisionale seguito dalla giunta capitolina per decidere la concessione dell’ex Rialto, che è stato «per molto tempo una realtà sociale e culturale molto significativa della nostra città». Serviva un bando, o comunque un confronto pubblico «utile a chiarire gli obblighi che si assumono i concessionari», suggeriscono i consiglieri. Stessa richiesta è stata avanzata dal Movimento 5 Stelle, tramite Daniele Diaco, e così la pensa anche l’Arci, che per anni ha vissuto quegli spazi prima dell’arrivo di Tronca in Campidoglio.

«La vicenda dell’ex Convento Sant’Ambrogio è emblematica della logica di privatizzazione del patrimonio pubblico che ispira le politiche della giunta Gualtieri - affermano Arci Roma e l’associazione Caio - Quello stabile, rimasto a lungo nell’abbandono dopo lo sgombero delle realtà associative che lo hanno attraversato per molti anni, è stato assegnato in concessione gratuita per diventare sede di un liceo privato. In questo modo Pd, Lista civica Gualtieri, Roma Futura (che si è astenuta, ndr) e Sinistra civica ecologista hanno deciso di andare contro gli interessi della città». Il fastidio è tale che l’Arci parla di «frattura profonda» e considera la concessione di un tavolo tecnico per le associazioni sgomberate una «foglia di fico».

Ma secondo l’assessore capitolino al Patrimonio, Tobia Zevi, il problema non esiste. «È giunta un’istanza della Comunità ebraica per trasferirvi il liceo ebraico - ha spiegato Zevi in Aula - e questo rientra negli obiettivi programmatici di Roma Capitale: l’implementazione dei servizi educativi, e che il centro storico non sia solo luogo di turisti. Una scuola costituisce una buona notizia». Soprattutto se prende il posto di uno spazio inutilizzato, auspicando che venga aperto il più possibile a tutta la città.

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