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Roma, via libera ai grattacieli in periferia . “Sarà come a New York”

Martina Zanchi
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Costruire grattacieli per trasformare zone come Acilia, Bufalotta e Anagnina nella «New York di Roma», dice Marco Di Stefano, consigliere capitolino e segretario regionale di Noi moderati. Quasi un tabù che cade nella Città eterna, dove vige la regola secondo cui da nessuna prospettiva deve essere impedita la vista di San Pietro. L’emendamento di Di Stefano è stato approvato in Aula con le modifiche alle Norme tecniche attuative del Piano regolatore. «Ho votato a favore la delibera presentata dalla giunta, sulla quale peraltro ci sono stati mesi di scontri in maggioranza - spiega Di Stefano - perché ricalca la mia proposta e perché sono stati approvati diversi miei emendamenti».

Tra cui quello sui grattacieli.
«Esatto, ma non solo. Il punto di partenza è la rigenerazione urbana, quindi demolire e ricostruire dove possibile, soprattutto nelle borgate e nelle periferie. C’è un emendamento sui Print (Piani integrati, ndr) che consente l’attuazione diretta fino a 2.500 metri quadrati. Inoltre nei cambi di destinazione d’uso, da uffici a case nell’ambito della Città consolidata, solo sopra gli 8.000 metri quadrati bisognerà lasciare un 10% all’housing sociale. Prima invece era previsto che il 30% venisse riservato a un imprecisato uso collettivo. E poi sì, c’è l’emendamento sui grattacieli».

In cosa consiste?
«Nelle aree di riserva, terreni liberi su cui è prevista la possibilità di costruire, d’ora in poi si potrà andare in altezza abbattendo il consumo di suolo. L’idea è realizzare città nella città, usando gli oneri per assicurare servizi e collegamenti su ferro».

 

 

Ora però serve il via libera della Regione.
«Se la Regione dovesse considerare la delibera sulle Nta una variante consistente al Prg, potrebbe avocare a sé il procedimento. Io penso che tutti e vogliamo fare ciò che è utile a questa città, quindi, fermo restando che nessuno vuole privare la Regione dei suoi poteri, mi farò portavoce con la maggioranza, l’assessore all’Urbanistica, Pasquale Ciacciarelli, e il presidente, Francesco Rocca, affinché una delibera così importante per la Capitale non si fermi per troppo tempo».

Come vede la situazione politica alla Pisana?
«Noi Moderati ha costituito un intergruppo con Forza Italia e abbiamo posto un problema politico, di riequilibrio nella conduzione del governo regionale. Penso che sia giunto il momento che il presidente Rocca venga messo nelle condizioni di lavorare con serenità e spero che, proprio in questi giorni, si possa ufficializzare che questa serenità è stata raggiunta. In questi due anni c’è stato un grande lavoro preparatorio del presidente, in particolare sulla sanità, di cui vedremo presto i risultati. Sono fiducioso che ora, con una maggioranza forte, si possa passare alla fase di rilancio dimostrando quello che abbiamo sempre detto: che la gestione precedente è stata un disastro. Per fare questo bisogna essere granitici e ricordarsi chela coalizione non esiste solo in campagna elettorale».

 

 

Che ne pensa dell’ipotesi di istituire i sottosegretari?
«A mio parere si deve fare, senza incidere troppo sulle casse regionali. Altre Regioni li hanno e non penso che sia uno scandalo».

Torniamo alla Capitale. Si vota nel 2027, i tempi sono maturi per un sindaco di centrodestra?
«Penso che il Governo debba intervenire sulla legge elettorale dei Comuni per renderla come quella regionale. Ovvero: chi supera il 40% elegge il sindaco. Questo per evitare situazioni imbarazzanti in cui al ballottaggio prevalgono candidati che, al primo turno, hanno preso il 15%. Per Roma dobbiamo trovare un ottimo candidato e forse con un nome di centro, un moderato, potremmo esercitare una maggiore attrattiva su chi oggi non è convinto di votare».

È un’autocandidatura?
«No, affatto. Penso che per Roma sia necessario un iter nazionale. Io sono concentrato su Noi Moderati, partito di Maurizio Lupi che ho preso in mano circa un anno e mezzo fa e che è in grande crescita, con ottimi risultati raggiunti ad Anzio, Nettuno e Palestrina. Stiamo aggregando numerosi eletti e tante persone scontente, anche del centrosinistra».

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