haute couture

Roma, l’intervista a Dominella: “Il Giubileo della moda può partire in estate”

Katia Perrini

L’alta moda torna a Roma, ma non sarà un Giubileo della moda. Non ancora. Arriva Dior, a maggio, con la collezione Cruise disegnata dall’italianissima Maria Grazia Chiuri. E a luglio sbarcano nella Capitale con quattro giorni di sfilate e presentazioni ad alto tasso di ospiti vip, Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Nel mezzo, ma ancora non si conoscono i dettagli, dovrebbe esserci un evento per celebrare i cento anni della maison con dna più romano, Fendi. Insomma, dalla primavera in poi, la Città Eterna, tornerà ad accogliere il mondo dell’haute couture, nonostante da troppo tempo Roma non sia più la casa dell’alta moda. Falliti tutti i tentativi di costruire qualcosa di strutturato in grado di promuovere, rilanciare e supportare gli stilisti e i giovani couturier in erba. Finiti i fondi a disposizione, sparita ogni volontà di costruire sulle ceneri di AltaRoma, la società consortile (azionisti la Camera di Commercio, il Comune, la Regione e la Provincia) che organizzava le sfilate di alta moda romana. La Capitale, orfana di un «ente» che si occupi di Moda a tutto tondo, cerca ora nuove strade per promuoversi attraverso il mondo della couture.

L’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma, Alessandro Onorato, crede fortemente nella capacità della Città Eterna di attirare i grandi marchi del fashion system. E sta tessendo la sua tela per portarli a presentare le loro creazioni nei luoghi più suggestivi di Roma. Un primo passo verso un nuovo Giubileo della moda, proprio nell’Anno Santo? A rispondere alla domanda abbiamo chiamato Stefano Dominella, che di AltaRoma è stato il primo presidente e fondatore. L’attuale presidente onorario della maison Gattinoni e vicepresidente della Sezione Moda e designer di Unindustria, ha le idee chiare in proposito. «Non si può certo parlare di Giubileo della moda - spiega - perché questi sono eventi spot. Mentre a Roma servirebbe un progetto vero e proprio con l’adesione di Comune, Regione e Camera di Commercio che si mettano d’accordo e investano denaro per rilanciare la moda nella Capitale ripartendo dai giovani stilisti che già siano titolari di microaziende».

  

Ma i giovani di oggi sono interessati all’alta moda?
«C’è un grande interesse dei ragazzi per l’haute couture. Sia l’Accademia del Lusso che l’Accademia di Costume e Moda hanno master post laurea dedicati».

Nell’alta moda c’è sempre stato il problema di trovare sarte specializzate. Com’è la situazione oggi?
«C’è un nuovo slancio anche per questo mestiere. La manualità attrae sempre più giovani. Inoltre un commesso di un negozio della grande distribuzione guadagna intorno ai 900 euro, una sarta specializzata intorno ai 1.300. A Roma poi c’è una grande tradizione per le ricamatrici. Chi ha voglia e passione per questi lavori trova spazio e anche la possibilità di imparare. L’Accademia di Moda Maiani, per esempio, ogni anno forma tanti ragazzi pronti a lavorare negli atelier».

A Roma quanti atelier di alta moda sono rimasti oggi?
«Valentino, Gattinoni... ma i presupposti per far ritornare l’alta moda nella Capitale ci sono. Ripeto, serve un progetto. Onorato ora ci sta provando. Serve che ci si sieda attorno a un tavolo per trasformare le idee in realtà».