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Roma, un terzo branco di lupi è alle porte della Capitale

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Massimiliano Gobbi e Sigismondo Valente
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Non c’è solo il branco del Presidente Sergio Mattarella, che entra ed esce dalla Tenuta. Dopo i nove esemplari di Castelporziano e il branco di Castel Di Guido, ecco quello di Fregene. Proprio così. Veri e propri «lupi di mare», di cui possiamo mostrarvi alcuni scatti catturati dalle fototrappole del Wwf. Ma in trappola, stavolta, non c’è il superpredatore, bensì il litorale romano.

Con nove esemplari «presidenziali» a Sud e due branchi a Nord, il lupo cinge d’assedio Ostia e Fiumicino e l’associazione ambientalista non può che intensificare il monitoraggio della specie. Per ora, però, solo un maschio del branco di Castel Di Guido ha un radiocollare attraverso il quale è possibile geolocalizzarne gli spostamenti. E il Gps racconta che quell’individuo - e probabilmente il gruppo stesso lasciano di rado i circa duemila ettari della tenuta comunale. Più mobile, invece, sembra essere il branco di Fregene, capace di muoversi tra il mare e l’entroterra, dalla spiaggia fino al parco di Veio. A studiarei due branchi del litorale Nord è Marco Antonelli - insieme al suo gruppo di lavoro - referente per i grandi carnivori di Wwf Italia e coordinatore delle attività di monitoraggio per conto dell’associazione Lipu. A Castel Guido sono state otto le cucciolate accertate dal 2017 al 2024, con cinque cuccioli nati in quest’ultimo anno. L’altro branco, invece, si è formato da pochi mesi ed è stato intercettato anche nell’Oasi Wwf di Macchiagrande, tra Fregene e Focene.

«Il lupo ha trovato condizioni idonee nelle riserve naturali e nelle campagne romane spiega Antonelli - si tratta di aree rifugio, perlopiù boschive, piene di risorse alimentari. Tra le prede più appetibili ci sono i cinghiali e i daini, ma anche le nutrie, una nuova preda mai segnalata in passato». Proprio la scorsa settimana la presenza di alcuni lupi è stata segnalata anche tra Fregene e le campagne di Maccarese. Gli esperti definiscono la presenza «molto positiva» dal punto di vista ecologico e ambientale proprio perché questo animale tiene a bada la popolazione di cinghiali, che restano la prima preda dei lupi. Ma potremmo diventare anche noi umani delle potenziali prede? «Il lupo non rappresenta un pericolo per la nostra incolumità- spiega il Wwf - perché è lui a temere l’uomo», tant’è vero che «il principale adattamento per evitare gli incontri con la nostra specie è muoversi prevalentemente di notte.

La sua elusività va rispettata e tutelata. Da evitare però, per qualunque motivo, in caso di incontri inattesi, raccomandano gli esperti, « l’alimentazione diretta e la messa a disposizione di materiale organico di qualsiasi genere». Inoltre, semmai un lupo dovesse avvicinarsi all’uomo, potrebbe trattarsi di un animale malato, magari di rabbia. «Il lupo salta, scavalca, scava nel terreno, è incontrollabile», spiega Pietro Frasca, titolare de «Il vecchio ovile» di Lido dei Pini, che negli ultimi anni si è ritrovato con un centinaio di pecore sbranate. Fondamentale, però, adottare corretti comportamenti per mitigare ogni tipo di conflitto come ad esempio la corretta gestione del bestiame domestico da un lato e dei cani dall’altro, che vanno tenuti al guinzaglio durante le passeggiate in natura e mai tenuti legati a catena in cortili esterni durante la notte.

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