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Black Friday, giro d'affari triplicato in cinque anni

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Damiana Verucci
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Oltre 300 milioni il giro d’affari stimato nella Capitale per il Black Friday; nel 2019 erano "soltanto" 90. Una crescita esponenziale, quella del "venerdì nero", moda importata dagli States, che nasce per essere concentrato in un’unica giornata, al massimo un weekend, ma che da almeno un paio di anni dura più di un mese. Sconti e promozioni praticamente ovunque sono iniziati già, infatti, da qualche settimana sebbene il Black Friday vero e proprio sarà, quest’anno, venerdì 29 novembre. «Un disastro», tuonano le associazioni di categoria. Confcommercio e Confesercenti sono in prima linea per chiedere delle regole perché «si tratta di una moda importata che si è snaturata nel tempo e ha perso di significato», dice Massimo Bertoni, presidente Federmoda Confcommercio, che continua: «questa pratica danneggia i negozi di qualità che non possono vendere a inizio stagione articoli a prezzi così scontati. Non ci si rende conto che così si nuoce a chi vende prodotti made in Italy».

 

 

 

Di fatto crea solo un danno per i commercianti visto che comprare oggi significa rinunciare, il più delle volte, allo shopping natalizio. Lo dice anche il Codacons, in un recente sondaggio condotto in Italia. Il giro d’affari nazionale è stimato in 4 miliardi tra shopping fisico e on line e un consumatore su due ne approfitta per fare i regali di Natale. Così gli sconti vanno ad impattare sul periodo delle feste e ancora dopo, sostengono i commercianti, rovinano anche i saldi di fine stagione invernale che inizieranno attorno all’Epifania. Ma allora perché è tutta una corsa a ridurre i prezzi dei capi invernali anche oltre il 30%. «Il danno grosso lo fa l’on line- è convinto Valter Giammaria, Presidente Confesercenti Roma - ci sono i soliti grandi gruppi che hanno iniziato con gli sconti i primi di novembre e che cosa dovrebbero fare i commercianti? Stare a guardare? È chiaro che è una corsa a chi fa lo sconto maggiore ma così non hanno più senso neanche i saldi».

 

 

Sembra difficile, tra l’altro, regolare il fenomeno. Dal punto i vista normativo, ad oggi, sconti e promozioni sono vietati soltanto nei 30 giorni precedenti l’avvio dei saldi. Il resto dell’anno ognuno si organizza come vuole ed è proprio quello che sta accadendo in città. Dal centro alla periferia sono tutte vetrine colorate che pubblicizzano riduzioni, tre per due, vendita di più capi e quello che costa meno in regalo. C’è anche chi ne approfitta perché settembre e ottobre sono stati mesi duri per i negozianti, clima particolarmente mite e poche piogge non hanno certo invogliato i romani ad acquistare i capi più invernali. Le rimanenze sono tante, soprattutto se si parla di capi in spalla, giacconi e piumini. Ci si aspetta quindi, per questo Black Friday, di dare via per primo proprio l’abbigliamento più pesante. Inutile illudersi: ormai la moda dell’acquisto a prezzo ridotto, sebbene osteggiata e criticata, piace, soprattutto quando c’è da far quadrare i conti.

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