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Roma, tutti contro il “mostro” Cerbero: “Fate i parcheggi, non le multe”

Valentina Bertoli
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Ci mancava solo «Cerbero». Mentre a Roma i cantieri aumentano, il traffico paralizza la città, il trasporto pubblico fa acqua da tutte le parti, i parcheggi scarseggiano e i prezzi schizzano all’insù per via del Giubileo e del prossimo arrivo dei pellegrini, il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato guerra alle soste selvagge e ha predisposto un sistema per un controllo a tappeto sulle revisioni e sulle assicurazioni. Come? Sguinzagliando una tecnologia di ultima generazione (con telecamera a doppia direzione), che viene montata sulle auto dei vigili urbani e che, grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, è in grado di rilevare istantaneamente le infrazioni o le irregolarità amministrative. Garantire la sicurezza stradale e mettere alle strette i furbetti, non serve specificarlo, è corretto, ma il freddo occhio digitale, oltre a contribuire a rimpinguare le casse del Comune, promette vita dura ai cittadini, che già quotidianamente scontano sufficienti pene per i lavori di restauro in ritardo, gli ingorghi e le metro sostituite, in alcune ore della sera, da navette con posti ridotti.

 

 

L’arrivo della «fiera mostruosa e sozza» di Dante nella Capitale è stato annunciato dal primo cittadino in uno dei suoi video social. Con tanto di giro in macchina e atto dimostrativo. I sindacati si sono messi sulle barricate. Per il segretario di Roma e Provincia dell’Ugl Ermenegildo Rossi, l’apparecchio è «una sorta di kalashnikov delle multe capace di sanzionare decine di mezzi al minuto» e un colpo basso per tutti coloro che «ogni giorno lottano per spostarsi in un città invasa da cantieri, chiusure e parcheggi tagliati». Aspra la reazione dei romani stessi, che su Instagram si sono scatenati. La rabbia di chi è costretto a fare la gincana tra edifici impacchettati e percorsi deviati è tangibile: «A Roma il posto per tutti non c’è, è puro accanimento», «Vergognatevi, ma le macchine dove le parcheggiamo? Volete solo fare cassa», «Mancano spazi e mezzi, Noi, da spolpare, invece, ci siamo sempre», commentano gli utenti.

 

 

C’è anche chi, come il sindaco, usa l’arma degli «alti» riferimenti letterari: «Cerbero? Non so se Roma sia più simile a un inferno o al totalitarismo di George Orwell». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, poi, è stata la gaffe di Gualtieri. Impegnato a dare il meglio di sé nelle scelte onomastiche (pensiamo ai raccoglitori di rifiuti «Cestò» e alle pensiline hi tech «Eterna»), il sindaco ha commesso un errore che non è passato inosservato: sul tablet mostrato nel filmato (che permetterà agli agenti di ottenere i dati necessari per sanzionare chi non rispetta le regole), tutte le targhe sono state accuratamente oscurate per una questione di privacy. Tranne una, che invece resta ben visibile insieme alla via e al civico in cui è stata registrata la presenza della vettura finita nel mirino dell’apparecchio.

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